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Questo articolo è stato pubblicato il 08 settembre 2010 alle ore 20:12.
La risposta di UniCredit alla Banca d'Italia circa l'impatto del rafforzamento al 7% della compagine azionaria libica sulla governance dell'istituto sarà portata al cda ordinario già fissato per il 30 settembre. A portare avanti i necessari approfondimenti per mettere a punto la risposta sarà il presidente di UniCredit, Dieter Rampl. È quanto emerso dalla riunione odierna del comitato governance, come informa un comunicato diffuso da UniCredit.
«Il comitato Corporate governance, Hr and Nomination, riunito oggi in seduta straordinaria, ha avviato la riflessione sulle possibili ricadute in termini di governance dell`aumento della partecipazione della Libyan Investment Authority (Lia) in UniCredit ed ha dato mandato al presidente di intraprendere tutti i necessari approfondimenti al fine di sottoporre al consiglio di amministrazione previsto per il 30 settembre 2010 la relativa risposta a Banca d'Italia».
Il caso è scoppiato ai primi di agosto, quando la Lybian Investment Authority (Lia) ha reso noto il possesso del 2,075% di UniCredit, che si aggiunge al 4,988% già detenuto dalla Central bank of Lybia e porta così al 7% circa la presenza libica complessiva nell'azionariato. Bankitalia vuol conoscere l'impatto che questa aumentata presenza della Libia avrà sulla governance dell'istituto, mentre Consob, sotto il profilo della trasparenza, ha avviato accertamenti per capire se i due soggetti siano o meno riconducibili a un'unica realtà. L'articolo 5 dello statuto di UniCredit fissa peraltro un tetto del 5% ai diritti di voto degli azionisti.
Secondo le indiscrezioni e i rumors di questi giorni, la questione avrebbe seriamente indispettito il presidente dell'istituto Dieter Rampl, che non sarebbe stato informato preventivamente dall'amministratore delegato Alessandro Profumo delle intenzioni dei libici. Così come avrebbe irritato, per lo stesso motivo, le Fondazioni azioniste di UniCredit. Lo stesso Rampl - che appariva sereno e tranquillo - ha confermato questa mattina di aver incontrato ieri Profumo per un chiarimento sulla questione. E a chi gli chiedeva se l'a.d. abbia garantito per il futuro un miglior flusso di informazioni all'interno della banca, si è limitato a replicare: «Lavoreremo, don't worry».