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Grandi manovre alla Borsa inglese. Verso l'uscita il presidente della Lse

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Questo articolo è stato pubblicato il 19 settembre 2010 alle ore 18:15.

Londra – Grandi manovre sul London Stock Exchange il listino britannico che controlla la Borsa di Milano. Non si possono definire altrimenti dopo la notizia diffusa ieri dal Sunday telegraph che ha annunciato l'uscita prossima di Chris Gibson-Smith presidente di Lse. Anche Piazza Affari sta cambiando il suo presidente in pectore.

La società di cacciatori di teste Mwm, guidata da Anna Mann sta considerando potenziali candidati da inserire come membri del consiglio di amministrazione con le caratteristiche ideali per essere poi nominati alla presidenza. Anna Mann è la stessa head hunter che selezionò Xavier Rolet come ceo al posto di Clara Furse e che sta ricercando un altro membro del board destinato a sostituire Angelo Tantazzi vice presidente di Lse la cui uscita è già stata annunciata. Non si immaginava invece l'addio - non si indica la data precisando solo che il mandato ha scadenza nel 2012 – anche di Chris Gibson Smith e se la notizia sarà confermata dai fatti - tutti tacciono per ora – significherà il ribaltamento prossimo venturo degli attuali equilibri nel London stock exchange.

Sarà cruciale capire quale ruolo avrà la quota italiana del board (cinque su dodici) rappresentata dall'amministratore delegato di Eni Paolo Scaroni, dal direttore generale di Imi, Andrea Munari, dall'ad di Borsa italiana Raffaele Jerusalmi, dal vice ad di Unicredit Bruno Ermotti e dallo stesso Tantazzi in via di sostituzione. Attualmente Anna Mann cerca un consigliere, in Italia, ma non un vice-presidente. Si è sempre considerato probabile che la poltrona di numero due fosse affidata a un candidato del nostro Paese anche se le intese al tempo della fusione non erano vincolanti, ma valide solo per il primo organigramma del nuovo gruppo anglo-italiano.

Se così dovesse essere appare molto probabile che il vice possa essere uno degli attuali consiglieri (il più gettonato è Paolo Scaroni) invece dell'imminente new entry che Anna Mann sta cercando. Questo era lo stato dell'arte nella complessa partita fra Londra e Milano prima che trapelasse la notizia della possibile uscita di Chris Gibbon Smith. Ora non è affatto scontato che questo scenario possa reggere all'impatto di un cambio anche alla presidenza. Dipenderà molto dai tempi, dalle modalità di uscita dell'attuale chairman e dai nomi del suo sostituto.

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Poltrona per due nel dopoTantazzi

di Antonella Olivieri Tra qualche settimana si dovrebbe conoscere il nome del prossimo presidente

Tags Correlati: Anna Mann | Borsa di Londra | Borsa di Milano | Borsa Valori | Chris Gibbon Smith | Chris Gibson Smith | Clara Furse | Eni | Istituto mobiliare italiano | Italia | Lse | Massimo Capuano | Mwm | Raffaele Jerusalmi | Scuola e Università | Sunday telegraph | Xavier Rolet

 

Una partita complessa che potrebbe portare ad un nuovo, temporaneo, scenario: l'assegnazione della vice-presidenza ad un inglese in attesa che Gibson Smith lasci per poi elevare il numero due alla presidenza. In questo caso l'Italia dopo aver perso, con l'uscita di Massimo Capuano, il vice ceo di Lse, potrebbe perdere anche il vice presidente rafforzando la tesi di chi sostiene che la fusione fra Borsa italiana e Lse sia stata in realtà un'acquisizione a beneficio britannico. E' solo un'ipotesi, fra le tante che circolano in queste ore, ma se dovesse prevalere è facile immaginare il riemergere di tensioni nelle relazioni anglo-italiane sull'asse Borsa-Lse.

In attesa degli sviluppi si moltiplicano le indiscrezioni sui nomi dei possibili sostituti di Chris Gibson Smith. Due su tutti: John Varley ceo uscente di Barclays e Roger Carr ex presidente di Cadbury oggi alla guida di Centrica. Presto per dire quale piega prenderanno le cose e se, davvero, dal cilindro di Anna Mann usciranno pezzi da novanta come fra Varley e Carr. I candidati selezionati dall'head hunter dovranno comunque essere vagliati dal comitato nomine di Lse.

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