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Questo articolo è stato pubblicato il 21 settembre 2010 alle ore 12:32.
Irlanda, Grecia e Spagna chiedono nuovi finanziamenti. Oggi, infatti, i tre paesi collocati nell'area dei periferici - ovvero con rating di solvibilità inferiori rispetto alle più solide Germania e Francia - hanno emesso nuovi bond. Tra i tre paesi, quello che ha fatto più fatica a collocare il prestito è stata l'Irlanda che ha fatto impennare i rendimenti pur di raggiungere l'obiettivo prefissato di raccogliere1,5 miliardi di euro. Nel dettaglio il governo di Dublino ha collocato obbligazioni a 4 anni a un tasso medio del 4,767% (da 3,627% dell'emissione di agosto) e titoli a 8 anni al 6,023 (5,088%).
La Grecia ha collocato 300 milioni di euro di obbligazioni del Tesoro, a tre mesi, a un tasso fisso del 3,975%. Le richieste sono state superiori di oltre 6 volte rispetto all'offerta. Lo scorso maggio, finita nell'impossibilità di piazzare bond a causa delle tensioni di mercato, Atene ha chiesto e ottenuto l'attivazione di un piano di aiuti di Ue e Fmi, che mobiliteranno fino a 110 miliardi di euro a suo favore su tre anni. In cambio la Grecia si è impegnata a effettuare un drastico piano di risanamento dei conti pubblici e di riforme strutturali.
Rendimenti più alti rispetto alle precedenti emissioni anche per la Spagna che ha collocato 7,04 miliardi di euro di obbligazioni del Tesoro a 12 e 18 mesi, con un ammontare superiore rispetto alle attese ma a tassi più elevati (all'1,908% per i 12 mesi e al 2,140% per i 18 mesi) rispetto all'emissione precedente di agosto (1,836% per i 12 mesi e 2,078% per i 18 mesi). Lo fa sapere il Tesoro spagnolo.
I Piigs (i Paesi dell'area euro che secondo le agenzie di rating hanno una peggiore capacità di rimborso del debito rispetto alle più affidabili Germania e Francia) sono costretti ad alzare i rendimenti per collocare i propri bond ma non corrono particolari rischi. Lo ha indicato oggi Klaus Regling, presidente del Fondo europeo di stabilità finanziaria, riferendosi in particolare a Irlanda e Portogallo. In un'intervista al quotidiano tedesco Handelsblatt, Regling ha detto di non ritenere che «il peggio debba ancora arrivare e che dovremo venire in soccorso dell'Irlanda o del Portogallo». Il presidente del Fondo ha aggiunto che «certamente ci sono dei rischi nella zona euro, ma penso che i mercati si calmeranno quando l'Irlanda avrà adottato il suo budget per il 2011».