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Questo articolo è stato pubblicato il 25 settembre 2010 alle ore 09:38.
A prima vista potrebbe sembrare un ritorno alla normalità. Dopo il record di obbligazioni emesse nel 2009, nei primi nove mesi del 2010 l'esuberanza si è un po' ridimensionata: le obbligazioni lanciate sul mercato in tutto il mondo – secondo i dati di Dealogic – si sono infatti «fermate» a 4.500 miliardi di dollari nel periodo gennaio-settembre.
Si tratta di un calo dell'8% dai picchi del 2009. Eppure, a ben guardare, questo ridimensionamento ha dentro di sé i semi dei rischi futuri. Innanzitutto perché gli investitori stanno spostando il loro appetito sempre più su titoli ad alto rischio: le emissioni di bond high yield (quelle con bassi rating) hanno infatti registrato il record storico di 257,6 miliardi di dollari, con una crescita del 58%.
Inoltre appare evidente che le banche stanno usando l'attività obbligazionaria per rimpolpare i loro bilanci: infatti se le emissioni totali sono calate dell'8%, le commissioni incassate dalle banche per collocare quei bond sono scese solo dell'1%. E le commissioni per lanciare obbligazioni high yield sono salite del 93%, a fronte di emissioni in aumento del 58%. Insomma: per ora ci guadagnano gli investitori (hanno alti rendimenti), le banche (incassano laute commissioni) e le imprese (riescono a raccogliere capitali anche quando non sono solide). Ma poi? Quali conseguenze produrrà questa fame di rischio?
I dati preliminari di Dealogic, che saranno pubblicati lunedì, offrono una fotografia dettagliata del mercato obbligazionario. Se nel complesso le nuove emissioni di bond sono calate dell'8% a livello globale, nel dettaglio si nota un effettivo spostamento del mercato verso il rischio. Lo dimostra, come detto, la crescita del 58% delle emissioni aziendali cosiddette high yield (ad alto rendimento e alto rischio): negli Stati Uniti in nove mesi è già stato superato il precedente record annuale. Un'apoteosi. Lo dimostra poi la crescita del 27% rispetto al 2009 (a 512,3 miliardi di dollari) della cosiddetta finanza strutturata: i bond indicizzati, le cartolarizzazioni e tutta quella fetta del mercato che si era congelata causa-crisi è tornata a macinare volumi.
Per contro, invece, calano le emissioni di obbligazioni aziendali con rating elevato (quelle più sicure): con 715,5 miliardi di dollari nel periodo gennaio-settembre, questa fetta del mercato è dimagrita del 40% rispetto allo stesso periodo del 2009. E anche i bond bancari hanno tirato il freno: le emissioni si sono fermate quest'anno a 916,2 miliardi, in calo del 23%. Morale: frena il basso rischio, aumenta l'alto rischio.