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Finanza e Mercati In primo piano

Il settore immobiliare sostiene Wall Street. Ma dall'economia Usa arrivano segnali contrastanti

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Questo articolo è stato pubblicato il 25 ottobre 2010 alle ore 17:40.

All'indomani del vertice dei ministri delle finanze e i banchieri centrali del G20 che si sono impegnati a rendere più equilibrati gli scambi commerciali globali, Wall Street ha chiuso la seduta in territorio positivo. A sostenere il listino di New York hanno contribuito i dati più che positivi sulle compravendite di case esistenti negli Usa che a settembre hanno registrato un incremento del 10%, nettamente superiore alle attese. Il Dow Jones chiude a +0,28%, il Nasdaq a +0,31% mentre l'S&P500 segna un rialzo dello 0,21%.

L'economia continua comunque a mandare segnali contrastatnti, come mostra l'indice della Fed di Chicago che è calato in settembre a -0,58 punti da -0,49 in agosto. La media dei tre mesi è invece diminuita marginalmente a -0,33 da 0,32 il mese precedente. La performance dell'indice conferma lo scenario di una ripresa alquanto modesta.

Nel pomeriggio, le Borse europee avevano chiuso contrastate una seduta iniziata positiva. In frenata i titoli bancari (l'indice settoriale europeo cede lo 0,65%) dopo che in Belgio le autorità hanno messo sotto osservazione, per possibile rischio sistemico, i primi quattro istituti di credito del Paese. Il Dax30 di Francoforte e il Cac40 di Parigi sono rimasti in territorio positivo mentre chiudono in rosso Madrid e Milano dove FTSE IT All Share e FTSE Mib cedono rispettivamente lo 0,31% e lo 0,47%.

Piazza Affari ha pagato l'aumento di capitale da 2 miliardi del Banco Popolare e (unica in Europa). Perdono terreno anche Banca Mps (-3,4%), Intesa Sanpaolo (-2,6%) e Unicredit (-0,79%) dopo le indiscrezioni del Financial Times su un possibile taglio al dividendo (effetto, sostiene il Ft, degli obiettivi imposti da Basilea 3). A questo si è aggiunta una nota di Bofa Merrill Lynch secondo la quale la banca senese sarebbe tra le più colpite dall'applicazione dei nuovi parametri imposti dall'accordo di Basilea. Rimbalza il lusso con Bulgari (+2,9%): il settore é in fermento per la mossa di Lvmh che ha rilevato il 14% di Hermes.

Tra le altre notizie di giornata si segnala che la Borsa di Singapore ha lanciato una maxi offerta da 8,2 miliardi di dollari per una fusione con la Borsa di Sydney e con l'obiettivo di creare un grande centro finanziario della regione Asia-Pacifico. Le due piazze finanziarie hanno annunciato oggi di avere concluso l'accordo di attuazione della fusione: l'offerta, rivelata poco dopo una riunione a Singapore, valuta la Borsa di Sidney 48 dollari australiani per azione (34 euro), otto dollari in meno della sua ultima quotazione, secondo un comunicato. Secondo la stampa australiana, una fusione delle piazze di Singapore e Sydney darebbe vita alla quinta Borsa del mondo e ha per obiettivo la competizione con quelle di Hong Kong e Shangai.

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Shanghai vola grazie al dollaro debole. Il calo del dollaro ha contribuito a spingere la borsa di Shanghai ai massimi degli ultimi sei mesi, con un balzo del 2,6% (3.051 punti).L'indice Shanghai Compositeè salito del 13,5% questo mese, nonostante il rialzo a sorpresa dei tassi di interesse in Cina. Le perdite per l'anno sono state cosi' ridotte all'8% dal 18,9% segnato a fine settembre. A Hong Kong l'indice Hang Seng ha guadagnato lo 0,5% (23.627,9 punti).

La Borsa di Tokyo, intanto, termina gli scambi in calo dello 0,27%, snobbando le indicazioni emerse dal G20 finanziario di Gyeongju, in Corea del Sud, per una tregua nella cosiddetta guerra delle monete, visto che il dollaro è sceso ancora toccando i nuovi minimi degli ultimi 15 anni, a 80,66 yen. L'indice Nikkei si attesta, al termine alla chiusura di una seduta volatile, a quota 9.401,16, con una perdia netta di 25,55 punti.

VISTI DA LONTANO / Basilea 3 taglia i dividendi alle banche italiane (di Elysa Fazzino)

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