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Economia Politica economica

Aiuti per la ricerca: con il voucher 100 milioni alle pmi

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Questo articolo è stato pubblicato il 11 novembre 2010 alle ore 07:47.

ROMA - Arriva l'innovation voucher all'inglese per le imprese di dimensioni piccole e medie che affideranno ricerca e sviluppo tecnologico alle università italiane. La misura, un'idea del ministro dell'Economia Giulio Tremonti, è stata inserita ieri nel maxiemendamento al disegno di legge Stabilità ora al vaglio della camera: scatterà nel 2011. Il provvedimento vale 100 milioni di euro, una somma che si andrà a sommare al miliardo già destinato alla riforma delle università.


I voucher di questo tipo vengono assegnati alle piccole e medie imprese come fossero "buoni spesa" per comprare innovazione da soggetti specializzati, che all'estero sono di diversa natura: le università, i laboratori e gli istituti di ricerca. I buoni hanno come obiettivo primario lo stimolo al trasferimento delle tecnologie e delle conoscenze. Sono solitamente emessi da "agenzie di sviluppo" regionali o nazionali, anche attingendo a fondi comunitari di tipo strutturale, hanno fatto sapere ieri fonti bene informate vicine al Mef.

Il meccanismo dei voucher funziona così: l'agenzia di sviluppo assegna questi buoni spesa alle Pmi e le Pmi li usano per pagare le università in cambio di innovazione, ricerca e tecnologia.
L'idea di fondo, in linea con il Tremonti-pensiero, è quella di correggere una «vistosa asimmetria»: da un lato le Pmi che, prive di strutture e risorse per effettuare ricerca e sviluppo, frenano l'innovazione e conseguentemente rallentano la propria crescita dimensionale; dall'altro lato i soggetti - cosiddetti knowledge providers - che effettuano studi e ricerche, spesso però non utilizzati dalle imprese. L'operazione funzionerà solo con l'incontro della domanda e dell'offerta: per il ministro, anche questo diventa uno strumento che va nella direzione di fare sistema e operare in rete. Tremonti è convinto che uno dei problemi principali delle imprese italiane, nel contesto della globalizzazione e rispetto alla concorrenza dei giganti stranieri, sia proprio quello dimensionale. L'innovazione e la ricerca aiutano le Pmi a crescere.

I voucher possono coprire l'intero costo dei servizi forniti alle Pmi oppure solo una parte delle spese: i più generosi, stando alle stime che circolavano ieri, non dovrebbero superare la soglia dei 7.500 euro. Gli innovation voucher sono stati utilizzati già in Olanda (agli inizi del 2000), in Irlanda e in alcune regioni del Regno Unito: ad oggi in tutta Europa programmi di questo tipo sono una ventina. L'impatto sulle finanze pubbliche è modesto, tanto che la DG Industria della Comunità europea sta pensando di disciplinare la materia.

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Tags Correlati: Camera dei deputati | Comunità Europea | DG Industria | Europa | Giulio Tremonti | Pmi

 

Tra gli aspetti tecnici più ricorrenti degli innovation voucher, gli esperti richiamano i profili fiscali (assoggettamento a Iva, imposte dirette ecc...) e i risvolti di concorrenza e mercato (aiuti di Stato e divieto di cumulo con altre forme di agevolazione).

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