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Questo articolo è stato pubblicato il 18 novembre 2010 alle ore 10:35.
General Motors ha fissato a 33 dollari il prezzo di collocamento del titolo nell'ambito dell'Ipo di oggi, un momento storico per la società che chiude così il difficile capitolo della crisi, del salvataggio da parte del Governo americano e dell'amministrazione controllata. Oggi il colosso di Detroit torna a Wall Street (sarà quotata sul New York Stock Exchange con il simbolo "Gm" e sul Toronto Stock Exchange con il ticker "Gmm") con quella che, considerando solo l'offerta di titoli ordinari, é la seconda maggiore Ipo della storia americana dopo quella di Visa nel 2008 (aveva raccolto 19,65 miliardi di dollari) e la quinta più grande di sempre a livello globale, ma é la maggiore di sempre se si include anche l'offerta di titoli privilegiati.
La casa automobilistica di Detroit Gm ha annunciato ieri un aumento del 30% delle azioni offerte. L'offerta include «478 milioni di titoli ordinari per un totale di 15,77 miliardi di dollari e 87 milioni di titoli privilegiati convertibili per 4,35 miliardi di dollari». I sottoscrittori hanno tempo 30 giorni per esercitare «l'opzione di acquistare fino a ulteriori 71,7 milioni di titoli ordinari dagli azionisti che li metteranno in vendita, per un totale di 2,37 miliardi, e altri 13 milioni di titoli privilegiati convertibili messe in vendita dalla società per ulteriori 650 milioni di dollari per coprire eventuali over-allotment».
Il ritorno in Borsa segna la resurrezione dello storico marchio automobilistico americano, giunto vicino al fallimento nel 2008 e che nei quattro anni precedenti aveva perso oltre 80 miliardi di dollari. Gm raccoglierà 15,77 miliardi di dollari, molto più delle attese, cifra che salirebbe fra i 20,1 e i 23,1 miliardi di dollari con la vendita di azioni privilegiate se tutte le opzioni greenshoe fossero esercitate. Nel caso più favorevole, quindi, supererà anche l'Ipo di Agbank che ad oggi, con i 22,1 miliardi di dollari raccolti, è la più importante della storia della finanza.
Si riprende così il mercato primario di Wall Street che, nel recente passato, ha dovuto abdicare nei confronti di quello cinese. Secondo Price Waterhouse Coopers, infatti, la Cina nel 2010 dovrebbe diventare il primo mercato al mondo per le Ipo: a Shenzen e Shangai le stime parlano di ben 300 collocamenti a fine anno, per una raccolta da 46,6 miliardi di euro. Numeri notevoli, cui anche gli Stati Uniti devono inchinarsi: nei primi nove mesi dell'anno, l'Ipo market a stelle e strisce ha raggiunto quota 99 debutti per un totale di 8,82 miliardi di controvalore. Seppure altre 67 società abbiano avviato il file della quotazione, sarà difficile superare i numeri di Pechino. Anche comprendendo il ritorno di General Motor.