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Finanza e Mercati In primo piano

Wall Street chiude in netto rialzo, volano Tiffany e Amazon.com, che tocca i massimi di sempre

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Questo articolo è stato pubblicato il 24 novembre 2010 alle ore 08:29.

L'economia americana migliora e Wall Street festeggia con un forte rally. Avanza deciso anche il petrolio, che guadagna il 3,2% a 83,86 dollari al barile, registrando il maggior aumento giornaliero degli ultimi quattro mesi. Il Dow Jones chiude salendo di 150,91 punti, a 11.187,28 (+1,37%). Il Nasdaq guadagna 48,17 punti, a 2.543,12 (+1,93%). Lo S&P 500 segna un progresso di 17,62 punti, a 1.198,35 punti (+1,49%). A condizionare la seduta, le indicazioni giunte dall'economia. La fiducia dei consumatori americani è balzata ai massimi degli ultimi 5 mesi, mente le richieste di sussidio alla disoccupazione sono scese ai minimi dal luglio 2008.

Indicazioni, queste, positive, e che sono risultate più forte sia dei deludenti dati sul mercato immobiliare e sugli ordini dei beni durevoli, sia dei timori sulle tensioni nelle Coree e nel Vecchio Continente, dove l'Irlanda ha annunciato misure di austerity molto dure.
Fra i singoli titoli brilla Tiffany, che avanza del 5,3% dopo aver annunciato una trimestrale oltre le attese e aver fornito prospettive positive per le vendite nella stagione natalizia. Amazon.com guadagna il 5,4% dopo aver toccato i massimi di tutti i tempi e Oracle il 2%.

Il piano di austerity varato da Dublino e il balzo dell'indice Ifo sulla fiducia delle imprese tedesche - nonchè i rischi di escalation dello scontro fra le due Coree - hanno invece dato ossigeno alle Borse europee. Francoforte ha guidato i listini con un rialzo dell'1,7% mentre Milano è rimasta al palo col Ftse Mib che ha chiuso a -0,05% (All Share invariato).

Piazza Affari é risultato il listino meno brillante del Vecchio Continente nonostante il balzo record di Ansaldo sts, controllata di Finmeccanica, che oggi ha conquistato ufficialmente la commessa (dal valore di circa 500 milioni di euro) per costruire una nuova linea della metro di Copenaghen. Tra le blue chip spiccano anche i rialzi di Autogrill (+3,79% grazie all'aumento registrato a ottobre dal traffico aereo americano - il gruppo realizza il 40% del mol negli scali d'Oltreoceano) e del Banco Popolare. Quest'ultimo si é risollevato dai minimi degli ultimi dodici mesi anche a fronte del 15% perso da inizio novembre. Bene anche Exor (+2,7%) e Fiat (+2,1%), che ha sfruttato il rally del comparto auto tedesco con Volkswagen (+4%), Daimler (+4,8%) e Bmw (+4,3%). Banche attorno alla parità e finanziari in generale poco brillanti tra cui spiccano i cali degli assicurativi Mediolanum (-1,1%) e Unipol (-2,46%): su quest'ultima ha pesato anche l'accordo transattivo legato alle revocatorie (raggiunto ieri), con Parmalat a cui ha versato al gruppo alimentare 7,3 milioni. Capitolo a parte merita la galassia Ligresti nuovamente punita dagli operatori di Piazza Affari nonostante la nuova versione dell'aumento di capitale di Premafin (e a cascata di Fonsai) annunciata lunedì scorso. La compagnia assicurativa ha perso il 3,44% a 5,9 euro, Premafin l'1,45% a 0,81 euro (ben lontano dagli 1,1 euro fissati nel primo schema di aumento di capitale); giù anche Milano Assicurazioni (-2,37%). Paga dazio anche A2A (-2%), che sconta lo stallo su Edison ma anche i dubbi espressi recentemente da Moody's sulla sostenibilità di una generosa politica di dividendi ("mai inferiori all'anno precedente", ha promesso il presidende del consiglio di gestione, Giuliano Zuccoli) a fronte dell'obiettivo di taglio dell'attuale debito.

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In Europa ha fatto meglio di tutti Francoforte (+1,77%) dove oltre al settore auto hanno brillato il produttore di camion Man (+5,6%), Lufthansa (+3,09%) e Thyssen (+2,6%); finanziari più freddi con Allianz (-0,49%) e Deutsche Bank (-0,35%). A Parigi, dove il Cac ha chiuso a +0,62%, si sono contraddistinti Eads (+5%), seguita da Alcatel (+4,69%) e Accor (+3,76%). A Londra (+1,36%) sprint di Compass (+7,3%) mentre le banche sono cresciute in linea con l'indice generale con Barclays (+1%) e Rbs (+1,2%).

La Borsa di Tokyo ha finito la seduta con l'indice Nikkei 225 in declino dello 0,84%, riuscendo però a mantenere la soglia psicologica dei 10mila punti. Gli investitori hanno assunto un atteggiamento cauto per la debolezza dell'euro (che anche oggi si mantiene sotto la soglia di 1,34 euro) e per le tensioni derivanti dalla crisi tra le due Coree. Il più ampio indice Topix é terminato in calo dell'1,02% a 866,57. Gli altri listini asiatici si sono mossi in ordine sparso con Seul che, dopo aver accusato una perdita fino al 2,4%, ha recuperato chiudendo poco sotto la parità (-0,15%), mentre Hong Kong sale dello 0,5% dopo il tonfo del 2,7% di ieri. Bene invece le borse cinesi con Shanghai in crescita dell'1,1% e Shenzen del 2,5%. Ad aiutare il recupero di Seul, dove i titoli del settore della difesa e militare hanno corso parecchio (Huneed Technologies +4,9% e Speco +15%), hanno contribuito le parole del ministro dell'Economia che ha assicurato ampia liquidità per proteggere i mercati in caso di bisogno. Intanto i credit default swap sul Paese sono cresciuti di 3 punti base a 107,5 punti, secondo Royal Bank of Scotland, mentre Fitch ha escluso al momento azioni negative sul rating.

Materie prime. Il prezzo del petrolio ha puntato al rialzo sui mercati asiatici. Il Wti, consegna gennaio, é salito di 43 cents a 81,68 dollari a barile e il Brent del Mare del Nord, stessa scadenza, di 31 cents a 83,56 dollari. L'oro, invece, non fa segnare variazioni di rilievo sui mercati asiatici, dove passa di mano a 1.375 dollari l'oncia. Sono però attesi rialzi in giornata, in scia alle difficoltà economiche di alcuni Paesi europei ed alle tensioni fra Nord e Sud Corea, che potrebbero spingere gli operatori alla ricerca di investimenti sicuri.

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