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Questo articolo è stato pubblicato il 03 dicembre 2010 alle ore 13:33.
«La piena diffusione della fattura elettronica comporterà minori costi per il paese stimati tra 10 e 60 miliardi di euro l'anno, pari a una quota di Pil tra l'1% e il 4 per cento. Anche per questo è importante favorire la maggiore diffusione di questo strumento che, se adottato in modo capillare, può far risparmiare alla sola Pubblica amministrazione circa 3 miliardi di euro l'anno e altrettanto ai fornitori della Pa»: a parlare è il direttore generale dell'Abi, Giovanni Sabatini al convegno «Corporate banking e fattura elettronica: i servizi a valore aggiunto per imprese e pubblica amministrazione», organizzato da Abi col consorzio Cbi.
Sabatini ha ricordato come ogni anno in Europa circolino 32 miliardi di fatture e di queste solo il 5% sono elettroniche. Recentemente, ha aggiunto, il livello di adozione di questo strumento è cresciuto sensibilmente: tra il 2008 e il 2009 la fatturazione elettronica è aumentata in media del 41 per cento. «Per proseguire in questa direzione - ha spiegato Sabatini - è importante completare prima possibile l'iter legislativo avviato con la Finanziaria 2008, che ha stabilito l'obbligo di fatturazione elettronica per gli operatori che lavorano con amministrazioni ed enti pubblici e il primo decreto attuativo. Solo l'emanazione del secondo decreto attuativo infatti fornirà le indicazioni definitive sui tempi e le modalità tecniche per lo scambio di fatture elettroniche tra imprese e pubbliche amministrazioni».
La dematerializzazione dei documenti e il passaggio alla fattura elettronica significa non solo diminuire del 60%-90% i costi di gestione a carico di imprese e Pubblica amministrazione, ma anche ridurre sensibilmente l'utilizzo di carta e le emissioni di anidride carbonica. Secondo i dati della Commissione europea infatti sarebbe sufficiente aumentare dell'1% l'uso della fattura elettronica per evitare l'abbattimento di circa 800mila alberi. L'adozione complessiva di questo strumento invece consentirebbe di ridurre di oltre 3 milioni di tonnellate l'emissione annuale di Co2 in Europa.