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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2010 alle ore 08:35.
Dopo un'apertura positiva Piazza Affari inverte la rotta e chiude in ribasso. Il FTSE IT All Share ha ceduto lo 0,76% mentre il FTSE Mib ha perso lo 0,95 per cento. Debole Parigi (-0,04%). Meglio Franconforte (+0,1%) e Londra (+0,4%). In leggero ribasso anche Wall Street con il Dow Jones che a fine seduta segna -0,17% mentre l'S&P500 cede lo 0,13 per cento. I listini americani, evidentemente, soffrono della notizia che la Fed potrebbe essere pronta a nuovi interventi per stimolare l'economia.
Tra i singoli comparti le vendite hanno colpito i bancari con l'indice Dj Stoxx di settore in calo. Sul mercato del credito è tornata la tensione dopo che in giornata l'agenzia di rating Moody's ha tagliato il rating sul debito dell'Ungheria. Ne consegue che Piazza Affari, essendo un listino molto esposto sui titoli del credito, registra il peggior andamento in Europa. Forti vendite in particolare su Intesa Sanpaolo (-2,8%), Unicredit(-2,8%) e Banco Popolare (-3%).
Si sono mossi invece in controtendenza i petroliferi Eni e Tenaris dopo il nuovo scatto del petrolio, volato in mattinata a 89,5 dollari, sui livelli massimi degli ultimi due anni. Sul fronte valutario, l'euro è in rialzo a quota 1,3346 dollari. Giù Finmeccanica (-3%), penalizzata dalla decisione degli analisti di Bofa Merrill Lynch di tagliare il consiglio sul titolo da "neutral" a "underperform".
Moody's taglia il rating sull'Ungherla
Intanto peggiora la solvibilità dell'Ungheria. L'agenzia di rating Moody's ha, infatti, abbassato di due gradini il rating sovrano del paese da Baa1 a Baa3. La decisione, spiega l'agenzia di rating, é stata presa in ragione delle preoccupazioni sulla situazione dei conti pubblici a medio e lungo termine. L'Ungheria si è salvata dal fallimento nell'autunno 2008 grazie a un prestito di 20 miliardi di euro del Fondo monetario internazionale e della Ue. In cambio Budapest si è impegnata a ridurre il deficit al 3,8% del Pil (Prodotto interno lordo)quest'anno e sotto il 3% il prossimo. Il prestito è arrivato a scadenza ma il governo tenta di finanziarsi sui mercati evitando di ricorrere nuovamente al Fondo monetario internazionale. Il taglio del rating implica un aumento del costo del finanziamento del debito sul mercato. Oggi i tassi sulle obbligazioni ungheresi sono oltre l'8%, contro il 7,9% dell'Irlanda e il 7,7% del Portogallo, due paesi considerati gli anelli deboli dell'eurozona.