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Finanza e Mercati Azioni

Wall Street chiude contrastata (come l'Europa) ma resta sui livelli pre-crisi. Petrolio oltre i 91 dollari

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Questo articolo è stato pubblicato il 23 dicembre 2010 alle ore 08:39.

Le indicazioni economiche deludono gli analisti ma confermano la ripresa economica in corso e lasciano intravedere un quarto trimestre forte intermini di pil, alimentando le speranze degli invetsiori per una crescita che prende slancio. Il Dow Jones chiude l'ultima seduta della settimana salendo di 14 punti (+0,12%), a 11.573,49 punti, dopo aver toccato intraday i massimi degli ultimi due anni. Il Nasdaq arretra di 5,88 punti (-0,22%), a 2.665,60 punti dopo aver raggiunto i massimi degli ultimi tre anni. Lo S&P 500 cede 2,07 punti (-0,16%), a 1.256,77 punti.

La giornata è stata caratterizzata da scambi ridotti (il livello più basso dell'anno) e i dati congiunturali hanno pesato solo in parte. Gli ordini di beni durevoli sono scesi dell'1,3%, oltre le attese degli analisti che scommettevano su una flessione dello 0,6%. I nuovi ordini per beni non di difesa - indicatore ritenuto meno volatile - siono saliti del 2,6%, indicando una ripresa degli investiemnti delle aziende. «È un segnale di rafforzamento dell'economia» osserva Dan Cook di IG Markets. Le spese personali sono salite in novembre dello 0,4% mentre le vendite di case nuove hanno registrato un incremento del 5,5%: in ambedue i casi i dati sono inferiori alel attese degli analisti. A incoraggiare gli investitori è l'aumento della fiducia dei consumatori, con l'indice Michigan salito a 74,5 da 74,2 della stima preliminare. le richieste di sussidio alla disoccupaziopne sono scese la scorsa settimana di 13.000 unità a quota 420.000.

Petrolio sempre più in alto
Avanza deciso il petrolio che sfonda quota 91 dollari e si mantiene, per il secondo giorno consecutivo, ai massimi degli ultimi due anni. La volata dei prezzi del greggio si fa subito sentire sulla benzina che, per la prima volta dall'ottobre 2008, supera quota 3 dollari al gallone (circa 3,8 litri).

Borse europee poco mosse
I listini europei hanno chiuso poco mossi fra scambi sottili nell'ultima seduta prima delle feste natalizie. A Milano, il Ftse Mib ha fatto segnare un +0,2% e il Ftse All Share un +0,17% mentre Francoforte, Parigi e Londra si sono mosse attorno alla parità. Bene Parmalat (+2,59%). Positiva anche Fiat (+1,37%) sulle attese di un accordo con i sindacati per Mirafiori. In un clima prefestivo le Piazze europee non hanno avuto nessun sussulto per l'intera giornata. I dati americani su fiducia dei consumatori, ordini di beni durevoli e vendite di case nuove sono risultati sotto le attese e hanno portato cautela anche a Wall Street. Londra ha chiuso a +0,21%, Francoforte a -0,15% e Parigi a -0,21%. Domani tutte le principali Borse resteranno chiuse, solo Londra sarà aperta mezza giornata.

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La Cina tende la mano all'Europa e la moneta unica riprende quota. Tokyo rimbalza (+1,51%)

Chiusura record per Wall Street che guadagna lo 0,48%. In rialzo anche le borse europee

Wall Street chiude in positivo e il Dow Jones - guadagnando lo 0,48% a 11.543,41 punti - conclude

Il Pil Usa cresce più del previsto nel terzo trimestre, per i consumi miglior performance da inizio crisi (Reuters)

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Tags Correlati: Banco Popolare | Borsa Valori | Cina | Dan Cook | Enel | Eni | Francoforte | Luxottica | Mediaset | Mercato dei cambi | Mirafiori | Nasdaq | Parigi | Politica monetaria | Russia | Stati Uniti d'America | Telecom | Wall Street | Walt Disney | Wti

 

A Milano in luce Autogrill
A Milano, oggi, si é messa in luce Autogrill che ha chiuso in rialzo del 2,4% grazie ai nuovi contratti in California annunciati in mattinata e all'incremento del 6,1% annuo del traffico aereo negli Stati Uniti a novembre. Gli occhi del mercato erano, però, puntati su Fiat (+1,37%) nel giorno dell'incontro fra azienda e sindacati su Mirafiori. Le attese per il raggiungimento di un'intesa, anche senza la Fiom, hanno sostenuto le quotazioni per tutta la giornata. Parmalat (+2,59%) ha reagito positivamente alla notizia comunicata ieri dell'accordo transattivo con Ge Capital Finance. Acquisti anche su Telecom (+1,17%) e Mediaset (+1,05%) che ieri ha annunciato l'acquisto dei diritti in chiaro della Champions League. Nel settore della moda e del lusso, alle performance positive di Luxottica (+0,88%) e Bulgari (+0,97%) ha fatto da contraltare lo scivolone di Tod's (-1,85%). In leggero calo anche il settore bancario dove Intesa Sanpaolo ha ceduto lo 0,35%, Unicredit lo 0,3% e il Banco Popolare lo 0,56%. Fra i titoli legati all'energia, da segnalare il guadagno dello 0,48% di Eni dopo l'estensione al 2012 dell'accordo con Gazprom. Bene anche Terna (+1,18%) mentre Enel si é fermata a +0,06%. Nella galassia Ligresti dopo l'accordo sul debito Premafin e sul consorzio di garanzia per l'aumento di capitale, la holding, che arrivava da tre sedute positive, ha accusato qualche presa di beneficio chiudendo a -2,41%. Ancora positive, invece, le performance di Fonsai (+0,86%) e Milano Assicurazioni (+0,33%).

Fuori dal listino principale, balzo di Intek e Zucchi
Fuori dal listino principale, balzo di Intek (+10,26%) che ha annunciato una fusione per incorporazione della controllata IntekCapital determinando un valore per il diritto di recesso a 0,4225 euro per le ordinarie rispetto a quotazioni attuali di 0,3975 euro e di 0,6983 per le risparmio che, infatti, hanno chiuso in calo del 2,74% a 0,71 euro. Forti acquisti anche su Zucchi(+9,94%) dopo che la società ha annunciato la convocazione dell'assemblea per una ricapitalizzazione da 30 milioni di euro. Kerself, infine, ha guadagnato l'8,23% in attesa delle mosse degli azionisti russi che potrebbero acquisire a breve il controllo del gruppo reggiano attivo nelle rinnovabili.

Nel resto d'Europa, la giornata é stata positiva per tlc
Nel resto d'Europa, la giornata é stata positiva per tlc (+0,78% il Dj Stoxx di settore) e farmaceutici (+0,53%) mentre il calo più significativo é stato per le costruzioni (-0,66%). Deboli anche le banche (-0,12%) che hanno risentito del crollo dell'istituto irlandese Anglo Irish Bank (-15,54%) dopo che l'Alta corte ha dato il suo avvallo al fatto che il governo di Dublino inietti 3,7 miliardi di euro nella banca portandosi dal 19% al 92% del capitale. A Francoforte, Deutsche Bank ha guadagnato lo 0,28% dopo aver annunciato di aver firmato un'esclusiva per cedere la sua controllata Bhf Bank. Debole Daimler (-0,48%) che ha siglato un accordo con Gaz, numero due dell'auto in Russia, in vista della produzione, in Russia, di circa 25mila furgoni Sprinter Mercedes-Benz all'anno con un investimento per il gruppo di Stoccarda di oltre 100 milioni di euro. A Parigi, bene media e tlc con Alcatel in rialzo dell'1,62% e Publicis dell'1,05%. A Londra, infine, deboli le materie prime dove Kazakhmys ha ceduto l'1,22% mentre i viaggi di Natale hanno spinto Tui, in rialzo del 2,48%.

Euro sotto quota 1,31
La decisione di Fitch di tagliare di un gradino il rating del Portogallo ha spinto l'euro al di sotto di quota 1,31 dollari proprio nelle ultime battute della seduta di scambi. Un euro vale in chiusura 1,3090 dollari contro 1,3087 ieri sera. Nel corso della giornata l'euro ha toccato un massimo di 1,3153 dopo che la Cina aveva identificato la Ue come uno dei principali mercati per le sue riserve valutarie. L'euro, che scambia inoltre a 0,8498 sterline (0,85) e 108,62 yen (109,35), riguadagna invece sensibilmente terreno rispetto al franco svizzero portandosi a quota 1,2603 da 1,2457 ieri sera, nuovo minimo storico. I trader non hanno tuttavia rilevato segni di intervento da parte della banca centrale svizzera e il trend potrebbe essere frutto del basso volume di scambi a causa delle festività natalizie. Per quanto riguarda il dollaro, peggiora il cambio rispetto allo yen a quota 82,94 (83,55 ieri) mentre la parità con il franco é fissata a 0,9617 sul franco svizzero (0,95 ieri). Una sterlina infine vale 1,5402 dollari (1,5386).

Petrolio oltre i 91 dollari
La marcia del petrolio non si ferma: le quotazioni del greggio, per il secondo giorno consecutivo, sono ai massimi degli ultimi due anni, attestandosi a livelli pre-crisi con la complicità del freddo record che riduce le scorte americane al tasso più veloce degli ultimi 12 anni.

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