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Questo articolo è stato pubblicato il 23 novembre 2010 alle ore 15:23.
Il Pil degli Stati Uniti é cresciuto del 2,5% nel terzo trimestre dell'anno contro il +2% riportato in via preliminare trenta giorni fa. Il dato del dipartimento del Commercio é lievemente migliore delle attese che erano per una revisione a +2,4%. I profitti aziendali nel trimestre sono cresciuti del 3,2% (+0,9%). Su base annua i profitti della Corporate America sono invece cresciuti del 28,2% grazie soprattutto ai programmi di riduzione del costo del lavoro.
Secondo i dati del governo, le spese per i consumi sono cresciute nel trimestre del 2,8% anziché del 2,6% indicato in precedenza. Per questa voce, che incide per il 70% sull'andamento dell'economia americana, si tratta della migliore performance dall'inizio della recessione anche se si rimane lontani dai valori degli anni del boom.
Un contributo alla crescita é venuto anche dal fronte delle esportazioni che hanno beneficiato dell'indebolimento del dollaro. Nel periodo le esportazioni sono cresciute del 6,3% anziché del 5% mentre le importazioni sono cresciute del 16,8%, rivisto al ribasso da +17,4%. Confermata a +0,8% la performance dell'indice dei prezzi per i prodotti di consumo personale core, uno degli indicatori più seguiti dalla Fed. A causa della debolezza dell'economia l'inflazione rimane dunque ancora ben al di sotto della soglia del 2% considerata come ideale dalla Fed e questo consente alla banca centrale di procedere con la seconda parte del programma di quantitative easing da 600 miliardi in otto mesi.