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Finanza e Mercati In primo piano

Tremonti e Cameron invocano la deregulation per rilanciare l'economia europea

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Questo articolo è stato pubblicato il 28 gennaio 2011 alle ore 15:39.

«In Europa è necessaria una minore regolamentazione. Abbiamo troppo regole». Lo ha detto il ministro dell'Economia, Giulio Tremonti durante una sessione dei lavori al World Economic Forum. «Le regole sono importanti, ma se sono troppe hanno un costo eccessivo. Un'eccessiva regolamentazione è insostenibile perché la competizione non è piu tra paesi ma tra continenti e quindi è difficile competere con continenti più flessibili», ha sottolineato il ministro.

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L'appello di Cameron per la deregulation
Un appello alla deregolamentazione è arrivato anche dal premier britannico David Cameron secondo cui l'Europa resta indietro rispetto alle economie emergenti. Serve un cambio di direzione, un'apertura dei mercati e una deregolamentazione. «Abbiamo bisogno di essere audaci, non da ultimo sul fronte della deregolamentazione», ha detto. «Potremmo aggiungere fino a 180 miliardi di euro all'economia europa». Il premier britannico ha difeso la necessità di «un vero mercato unico euroepo», di un accordo sulla liberalizzazione del commercio, nonchè la politica nazionale d'austerità: «sarà dura», ha ammonito, ma il popolo britannico capisce che sono decisioni difficili per costruire l'economia del futuro, «capisce che non ci sono scorciatoie per un futuro migliore».

Tremonti rilancia gli Eurobond
Sulla questione dei conti pubblici è intervenuto anche lo stesso Tremonti. I Paesi industrializzati - ha detto - devono «ridurre il budget» ma allo stesso tempo «conservare e garantire il welfare state e la democrazia». Nel nuovo ordine mondiale, quello del G20 «il modello economico europeo non può essere basato soltanto sulla domanda interna e sulle esportazioni» ma necessità anche della «domanda pubblica e degli investimenti pubblici. Ecco perchè proponiamo gli Eurobond».

Merkel: «Difenderemo l'euro»
In primo piano a Davos la questione dei debiti sovrani dell'eurozona. «Il debito é il maggior rischio per la prosperità dell'Europa e quindi dobbiamo contenerlo» ha detto il cancelliere tedesco Angela Merkel aggiungendo che l'Europa deve anche lavorare per aumentare la propria competitività. «Difenderemo l'euro» ha detto in linea con le parole del presidente francese Nicolas Sarkozy, secondo cui «se fallisce l'euro, fallisce l'Europa». La Merkel, durante il suo intervento al Forum economico mondiale, ha aggiunto che l'Ue è alle prese con una crisi del debito, non della sua valuta.

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L'ampliamento del fondo salva-stati
Dopo il successo dell'emissione di bond del fondo salva-stati sul tavolo dei leader europei tiene banco l'ipotesi di un suo ampliamento. Ne ha accennato esplicitamente il ministro dell'Economia francese, Christine Lagarde. «Stiamo lavorando per rendere l'Efsf (European financial stability facility) più efficiente, più flessibile e, se necessario, per ampliarne l'entità», ha dichiarato.

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Il fondo potrebbe acquistare titoli di stato
Tra le ipotesi c'è anche quella che il fondo possa acquistare bond dell'Eurozona, raffreddando così la tensione sui tassi che si verifica puntualmente nei momenti di maggiore instabilità dei mercati. Ne ha accennato direttamente il ministro francese. «Dobbiamo essere aperti a tutto ciò che si dimostri conveniente ed efficiente. L'acquisto di bond è un'opzione a cui guardare. Dobbiamo valutare i pro e i contro e decidere quello che è più efficiente».

Ipotesi di un prestito alla Grecia
A chi gli chiede se è possibile che il fondo possa prestare agli stessi stati membri per consentirgli di comprare i propri bond a prezzi scontati, come non dispiacerebbe alla Grecia, la Lagarde ha risposto: «Non ho ancora valutato i pro e i contro di questa particolare opzione». Il fatto che questa sia un'ipotesi sul tavolo è confermato comunque dal portavoce del commissario Ue agli affari economici e monetari, Olli Rehn. Il portavoce ha affermato che se ne sta discutendo tra i paesi dell'Eurozona e della Ue nell'ambito della risposta globale da dare alla crisi dei debiti sovrani.

«È una possibiltà - ha spiegato il portavoce - ma sul tavolo ci sono tante misure. La discussione è molto aperta». A parlare per la prima volta apertamente della possibilità di utilizzare il fondo salva-stati per prestare soldi ad Atene, in modo da permetterle il riacquisto dei propri titol, è stato da Davos (in un'intervista) il ministro delle finanze greco, George Papaconstantinou.

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