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Questo articolo è stato pubblicato il 06 febbraio 2011 alle ore 20:48.
Il Financial stability forum (Fsb), il regolatore internazionale voluto dal G20 e presieduto dall'italiano Mario Draghi, preparerà regole globali per lo shadow banking system entro la metà dell'anno, per garantire alle imprese di questo settore - dagli hedge funds ai securities brokers - di non sfuggire agli sforzi di trasparenza ed eccesso di ripresa dei rischi per prevenire un'altra crisi finanziaria.
Il segretario Svein Andresen ha reso noto oggi che il Fsf è al lavoro per "mappare e "definire" cosa si debba intendere per shadow banking system. L' FSB terrà una teleconferenza il 7 febbraio per rivedere le norme internazionali in materia di regolamentazione. Il cosiddetto "sistema bancario ombra" ha mosso capitali per circa 16 mila miliardi solo nel primo trimestre del 2010. La cifra è stata resa nota da un rapporto dalla Federal Reserve Bank di New York.
L'FSB, istituito nel 2009 dal G20 punta a regole finanziarie più stringenti e ora cerca di estendere le nuove regolamentazioni su aree come gli hedge funds per garantire che essi non possono essere utilizzati dai loro proprietari e investitori a sfuggire al controllo delle legislazione che sta colpendo il settore bancario tradizionale (Dodd-Frank Act). La questione è all'ordine del giorno da quando il presidente della Goldamn Sachs, Cohn, ha denunciato a Davos il fatto che la nuova legislazione della Dodd-Frank Act, favorisce lo shadow banking system, rispetto al settore bancario tradizionale e spinge gli operatori verso un settore più opaco.
Superbonus sotto tiro
La lotta tra banchieri e autorità di controllo per limitare i bonus è di nuovo scattata dopo la pioggia di supercompensi elargiti al gotha della finanza mondiale. La Fdic americana, la Federal Deposit Insurance Corporation, proporrà lunedì una nuova regola che richiede alle grandi banche di differire almeno il 50% dei bonus annuali in titoli e in contanti, che dovrebbero invece essere distribuiti nel corso di tre anni in modo che i manager non raccolgano grandi premi nel breve termine. Basterà allungare i tempi di incasso per evitare speculazioni e gestioni manageriali troppo concentrate sul breve periodo e con prese di rischi eccessivi? Molti commentatori ne dubitano, ma le notizie secondo cui i banchieri, passata la bufera, sono tornati ai vecchi metodi di retribuzione hanno spinto le autorità americane a correre ai ripari al più presto. La situazione è precipitata dopo che è stato reso noto che Lloyd Blankfein ceo di Goldman Sachs ha incassato 13,2 milioni di bonus e stipendio e James Dimon di Jp Morgan Chase (leader della protesta contro i politici come Nicolas Sarkozy a Davos) ne incasserà più di 17,5 milioni. Senza contare James Gorman, di Morgan Stanley, con 7,4 milioni in titoli e un assegno in contanti ancora da determinare. E Brian Moynihan, di Bank of America, con una decina di milioni totali.