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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2011 alle ore 22:16.
Nel giorno in cui incassa l'appoggio del Financial Times nella corsa alla guida della Bce, il governatore di Bankitalia incassa l'appoggio anche di Nouriel Roubini. «Il candidato più qualificato per guidare la Bce dopo Trichet è chiaramente Mario Draghi. Speriamo che si fatta la scelta giusta» scrive l'economista della New York University in un messaggio su Twitter. L'ostacolo a detta di tutti resta la Germania di Angela Merkel, rimasta orfana di un candidato forte dopo l'uscita di scena del governatore della Bundesbank Axel Weber.
La Germania modello per l'Europa
Tranquillizzare i tedeschi sul tema del rigore dei conti pubblici sembra essere una strada obbligata per Draghi. Una strada che, a leggere l'intervista rilasciata alla Frankfurter Allgemeine Zeitung, il governatore sembra aver imboccato. «Dobbiamo seguire tutti l'esempio della Germania - dice infatti il numero uno di Bankitalia - l'ho ribadito pubblicamente varie volte. La Germania ha migliorato la sua competitività attuando delle riforme strutturali. Questo deve essere il modello».
L'Italia non è a rischio
Parlando del nostro paese il governatore ha detto che l'Italia non è a rischio dal punto di vista finanziario ma ha bisogno di più crescita. Tra le ragioni che mettono al sicuro le finanze del nostro paese Draghi cita «l'indebitamento delle famiglie e delle imprese che è tra i i più bassi in Europa». E poi «la struttura industriale molto diversificata e pertanto resistente». Durante la crisi poi «il deficit di bilancio italiano non è aumentato come in altri paesi. La durata media del debito pubblico italiano è aumentata a sette anni e tre mesi, il che ci protegge da problemi di rifinanziamento».
Il modello Bundesbank
Quanto alle opinioni di chi, all'estero, continuano a ritenere l'Italia un simbolo di instabilità, Draghi ha puntualizzato: «l'Italia ha vissuto periodi di stabilità e instabilità sia economica, sia politica. Lo stesso ho sperimentato come gli anni cinquanta e sessanta siano stati contrassegnati da una crescita e da una stabilità straordinarie. L'instabilità è iniziata alla fine degli anni sessanta. Negli anni settanta l'inflazione annuale arrivava al 20%. A quei tempi - ha evidenziato il governatore - la Germania ha risolto i propri problemi inflazionistici nel giro di due anni ed ha continuato a crescere sulla base di prezzi stabili». Questo era il «modello Bundesbank» della politica monetaria, sul quale si è basato lo sviluppo dell'economia tedesca ha ricordato Draghi.