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Finanza e Mercati In primo piano

Dopo il black-out la mini seduta di Piazza Affari finisce in lieve calo. La Consob vuole chiarimenti

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Questo articolo è stato pubblicato il 22 febbraio 2011 alle ore 09:19.

Si è chiusa dopo appena due ore di contrattazioni una strana seduta a Piazza Affari, ferma quasi tutta la giornata, tra le 9 e le 15.30, per un guasto tecnico. Vivaci gli scambi, dato il poco tempo a disposizione degli operatori, per 2,5 miliardi di euro di controvalore, che non costituiscono un minimo per la piazza milanese. Procede in deciso calo Wall Street.

Sul paniere di riferimento ha prevalso il segno meno, ma a parte Ansaldo Sts (-2,44%), la maglia nera è andata a titoli non strettamente collegati alla crisi della Libia. Hanno segnato il passo infatti soprattutto Geox (-2,89%), Banco Popolare (-2,58%), Unipol (-2,53%) e Generali (-2,22%).

Debole Unicredit (-1,82%), sotto tiro per i soci libici di Lia e della Banca Centrale di Tripoli, mentre ha evitato il peggio Eni (-0,86%), che ha dovuto sospendere alcune attività e interrompere il flusso del gasdotto Greenstream, per mettere in sicurezza le proprie strutture. Giù anche Saipem (-1,86%), mentre ha tenuto Edison (-0,17%), che ha annunciato di riuscire a sopperire con la diversificazione delle forniture eventuali difficoltà di approvvigionamento di gas annunciate da Eni.

Hanno fatto meglio degli indici Fiat (-0,58%) e Bpm (-0,47%), mentre hanno guadagnato terreno Tenaris (+1,22%), Cir (+0,59%) e Lottomatica (+0,39%). In equilibrio Telecom (-0,1%), dopo i risultati di Tim Brasil e Telecom Argentina, quest'ultima con l'ultimo trimestre del 2010 migliore delle attese degli analisti.

La Consob chiede chiarimenti
Intanto la Consob si è mossa: la società di controllo dei mercati ha inviato una lettera all'amministratore delegato di Borsa Italiana, Raffaele Jerusalmi, e per conoscenza al numero uno di Lse Group Xavier Rolet, per chiedere spiegazioni sul blocco delle operazioni. Nella lettera, secondo quanto si apprende, la Commissione chiede «spiegazioni» sull'episodio ma soprattutto chiede di «predisporre correttivi affinché non si ripetano in futuro simili episodi», raccomandando di «rafforzare i presidi organizzativi e tecnologici a tutela del regolare svolgimento degli scambi».

Alle 14.47 Borsa Italiana ha comunicato che «il servizio Mdf/Ddm+ è ora disponibile». In poche parole, il problema tecnico all'informativa DDMPlus, a cui è legato il blocco di oggi, é stato risolto e le contrattazioni sono pronte a ripartire, presumibilmente attorno alle ore 15.

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Jerusalmi a Radio 24: «Accuse fantasiose. E' stato un guasto tecnico»

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Jerusalmi a Radio 24: non commento le fantasie
«Le fantasie suggestive non le commento nemmeno e sono sorpreso che vengano riportate perché credo che in questi casi un filtro intelligente da parte della stampa sia auspicabile». Così ha dichiarato l'amministratore delegato della Borsa Italiana, . Raffaele Jerusalmi intervistato a Focus economia a Radio 24 (ascolta l'intervista)«La Borsa si è bloccata per un guasto tecnico - continua - è la reale causa del disservizio che ha limitato per quasi tutti i clienti che sono in Italia la partecipazione al mercato e ci ha costretto a sospendere le negoziazioni, essendo garanti del normale svolgimento. C'è stato un guasto sulla piattaforma come accade per i pc: poco più di un mese fa è successo a Euronext, poi è capitato anche a quella di New York. Qualsiasi altra fantasia non ha nessuna attinenza».

I sospetti sullo stop, era già successo a inizio maggio
«I trader odiano l'incertezza - ha commentato all'agenzia Radiocor il Senior Editor & Analyst di Morningstar Italy Marco Caprotti - e la situazione libica ne ha gettata molta su alcuni titoli pesanti di Borsa Italiana. Il provvidenziale guasto tecnico che ha colpito oggi la piazza milanese se da una parte ha permesso agli investitori di ragionare più lucidamente su quanto sta succedendo nel Nord Africa, e sugli effetti che ci potranno essere su titoli come Unicredit, Impregilo ed Eni, dall'altra ha impedito loro - ed è questa la cosa grave - di muoversi dopo la pessima seduta di lunedì. Sulle altre Borse europee gli operatori hanno potuto lavorare su titoli meno rischiosi, mentre in Italia sono rimasti congelati sulle posizioni del giorno prima. Qualcuno dice che è inaccettabile. Di certo è sospetto che spesso di fronte a una situazione difficile, come era già successo a inizio maggio dopo un forte scivolone di Wall Street, la Borsa si blocchi per motivi tecnici».

Il comunicato di Borsa Italiana e il dispiacere per quanto accaduto
In serata Borsa Italiana, con riferimento alla sospensione odierna dei mercati Mta, Etf, SeDeX, Mot e Idem, ha comunicato che «nell'esprimere il proprio dispiacere per quanto accaduto oggi, è già impegnata attivamente per impedire il ripetersi di tale situazione». «La società ha agito, come sempre, con l'obiettivo di garantire ai partecipanti al mercato un regolare svolgimento delle negoziazioni e della formazione dei prezzi». La società mercato ha ribadito che Borsa ha deciso «di sospendere l'operatività sui propri mercati fino al completo ripristino di tale servizio, a causa di un problema tecnico verificatosi su DDMPlus, il servizio di informativa in tempo reale utilizzato dalla maggioranza degli operatori domestici».

Il nervosismo tra gli operatori
«Siamo nel black out totale - ha riferito in mattinata, quando i mercati erano chiusi, un trader all'Ansa- e non ci viene detto quando potremo ripartire: dopo una seduta come quella di ieri (nella quale l'indice Ftse Mib ha chiuso in calo del 3,59%) non è certo la cosa migliore che poteva capitare». Non ha usato mezzi termini Michele Calzolari, presidente di Assosim, ai microfoni di Radio 24 nella trasmissione Salvadanaio: lo stop di stamani della Borsa italiana è un «danno di immagine pesante» per il mercato azionario nazionale ma anche un «grande regalo» ai circuiti alternativi.

L'operatività, peraltro, si era focalizzata sul Fib (cioè il future sul Ftse Mib che è stato stoppato alle 12,10). Il future marzo cedeva l'1,49% a 21.90 punti con circa 10.700 contratti: «Si tratta di maxiscambi a due ore dall'apertura del mercato - segnala un trader a Radiocor-. Lo standard a quest'ora è inferiore ai 4mila contratti». Sono molti gli operatori che definiscono «un'anomalia inopportuna» il mantenimento dell'operatività sul mercato dei derivati in assenza di scambi sulle piattaforme principali. Nel frattempo l'dr di UniCredit a Wall Street perde il 7% nel pre-mercato.

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L'euro limita i danni grazie all'asta spagnola
Dopo un'apertura in ribasso l'euro ha reagito immediatamente al buon andamento dell'asta spagnola di titoli di Stato, accolta da una forte richieste ed è subito balzato da 1,3573 a 1,3602 dopo l'annuncio dell'asta. La divisa europea, inizialmente debole stamane per le tensioni in Libia e Medio Oriente e il rialzo del prezzo del greggio, ha poi proseguito la crescita, fino a 1,3638 dollari, quasi un punto in più dei livelli di apertura a 1,3561. Contro lo yen l'euro è salito a 113,02 da 112,99. Le rassicurazioni dell'Opec sul fatto che non vi saranno carenze di petrolio hanno contribuito a rasserenare il clima attorno alla valuta.

Petrolio balza a 108 dollari, Opec attendista
Non si arresta la corsa del petrolio. Sui mercati asiatici il brent ha superato quota 107 dollari al barile sulla situazione esplosiva in Libia e Bahrein che rischia di minacciare la fornitura di greggio. Mentre Il petrolio Wtì con consegna a marzo ha aperto in volata a New York, dove le quotazioni salgono dell'8,5% a 93,51 dollari.

L'Opec, Organizzazione dei Paesi esportatori di petrolio, é allarmata per i tumulti politici in Medio Oriente, ma é improbabile che scelga di agire ora. Lo hanno affermato i delegati Opec: "Siamo allarmati e preoccupati per quello che sta succedendo in Medio Oriente, in particolare in Libia, ma non credo che agiremo per ora", ha spiegato un delegato facendo notare come i prezzi del petrolio a Londra siano saliti sopra i 105 dollari al barile lunedì dopo i tumulti che hanno interrotto la produzione in Libia. "Molti Paesi membri dell'Opec hanno scelto un atteggiamento di attesa", ha detto un altro delegato. Circa 50mila barili al giorno di produzione di petrolio dalla Libia vengono persi a causa delle agitazioni, afferma David Fyfe, capo della Oil Industry and Markets Division presso l'Agenzia internazionale dell'energia.

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