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Questo articolo è stato pubblicato il 10 luglio 2011 alle ore 17:26.
L'ultima modifica è del 10 luglio 2011 alle ore 17:26.

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Scambi su Intesa e UniCredit più che raddoppiati sulla media, transazioni anomale, boom di vendite allo scoperto dall'estero, hedge fund scatenati e troppe indiscrezioni su stress test e ricapitalizzazioni. Per non parlare delle transazioni anomale, della Consob in allarme, di Bankitalia costretta a rassicurare il mercato sulla solidità delle banche, o della Procura di Milano pronta ad agire contro ignoti: la cronaca borsistica della settimana sembra davvero un bollettino di guerra. E poichè la tregua con gli speculatori non è in vista, sarebbe bene attrezzarsi per il prossimo attacco: le banche chiedono misure urgenti contro le vendite allo scoperto, come si fece nel dopo-Lehman.

A cominciare dalla reintroduzione sul mercato borsistico di alcune salvaguardie anti-speculazione adottate con successo durante la crisi del dopo-Lehman: il blocco di ogni forma di short selling sui titoli bancari, per esempio, o quanto meno un obbligo di reporting puntuale alle autorità di vigilanza sulle operazioni effettuate con titoli presi in prestito scommettendo su un loro ribasso. Anche se non è detto che queste misure possano davvero spuntare le unghie agli speculatori, è chiaro che per rassicurare il mercato è giunta l'ora di provvedimenti straordinari, come quelli decisi nella crisi dei mercati del 2008: provvedimenti che altri Paesi hanno mantenuto in varia misura in essere anche dopo la crisi dei mutui, mentre l'Italia ha un po' frettolosamente abbandonato. Il mercato si aspetta ora che alcune barriere vengano nuovamente alzate: la Consob raccolga questo segnale.
A. Pl.

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