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Questo articolo è stato pubblicato il 06 marzo 2012 alle ore 09:05.
L'ultima modifica è del 06 marzo 2012 alle ore 09:05.
Si direbbe una seduta di riflessione quella di ieri sulle Borse e gli altri mercati finanziari. Ma su cosa stiano riflettendo operatori e investitori non è chiaro e le reazioni delle varie attività sono poco decifrabili. In Europa, per giustificare le modeste perdite degli indici, s'è addotta la debolezza economica del Vecchio continente, come dimostra l'indice Pmi dei servizi sceso sotto la soglia dei 50 punti e caduto a preoccupanti livelli in Italia (44,1) e Spagna. Può darsi che ciò abbia influito. Ma allora non si capisce perché mai sia scesa Wall Street, in presenza dell'indice non manifatturiero Usa salito invece a 57,3: il livello più alto degli ultimi 12 mesi.
S'è anche detto che abbiano pesato le preoccupazioni sulla tenuta dell'economia cinese, considerato che Pechino ha abbassato le stime di crescita per fine anno di uno 0,5%. Ma siccome di questo piccolo ridimensionamento non si sono curati il mercato dei bond (il rendimento del decennale Usa è salito) e il prezzo del petrolio (di poco cresciuto), non si capisce perché debba angustiarsi la Borsa.
S'è detto infine che sono riaffiorate tensioni sui titoli di Stato dei Paesi sovrani dopo il monito di Bruxelles per l'ampiezza del deficit (8,8% del Pil) sforato da Madrid. Ma la cosa è nota dalla scorsa settimana e non ne hanno fatto un dramma né i Bonos, che hanno sacrificato meno di 5 centesimi di spread sul Bund, e tanto meno i Btp che sono rimasti agli stessi livelli di venerdì.
Qualche operatore ha sottolineato come tutta quella liquidità prestata dalla Bce sia tornata alla banca centrale, visto che i depositi overnight sono volati al record di 820 miliardi. Ma anche questo pare la conseguenza dell'incertezza che adesso regna sui mercati, piuttosto che la causa della debolezza delle Borse. Di questo umore contingente hanno fatto le spese i titoli bancari, specie italiani e spagnoli: proprio quelli che un'analisi del Credit Suisse considera beneficiari dei maggiori vantaggi dalla operazione Ltro. Per effetto della quale, gli utili di queste banche dovrebbero salire del 3-6% nel 2012-13 (contro l'1,6% del settore europeo).
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