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Questo articolo è stato pubblicato il 29 giugno 2012 alle ore 08:23.
L'ultima modifica è del 29 giugno 2012 alle ore 08:24.

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Davanti all'ennesimo scandalo che coinvolge la grande finanza anglosassone, non può non tornare in mente l'immagine dei grandi banchieri mentre giurano di dire «la verità, tutta la verità, niente altro che la verità» davanti al Parlamento Usa dopo il crollo dei mutui subprime e il crack Lehman. 4 anni dopo, quello scandalo non ha ancora colpevoli: nuove leggi sono state fatte, ma nessun banchiere è mai stato condannato per aver messo in piedi la più grande manipolazione del mercato dei mutui e provocato il più lungo e devastante perido di crisi finanziaria ed economica che la storia ricordi.

Impuniti, e persino premiati: i bonus dei banchieri, a Londra come a New York, sono continuati a crescere anno dopo anno, malgrado i salvataggi di Stato e le centinaia di miliardi di dollari e di euro di risorse pubbliche spesi per stabilizzare i più grandi istituti di credito del pianeta. Ora la storia si ripete: Barclays, ma anche Citigroup, Hsbc, JP Morgan Chase (quella che sta perdendo 9 miliardi in scommmesse sballate sui derivati), Lloyd's e Rbs, sono sotto inchiesta per aver manipolato il mercato i tassi di interesse applicati ai prestiti alle famiglie e finanziamenti alle imprese. La truffa sarebbe andata avanti per 4 anni: mentre chiedevano aiuto agli Stati dichiarandosi vittime dei subprime, le banche truffavano insomma risparmiatori e imprese per guadagnare di più. Anche stavolta usciranno impunite?

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