Da Moody's un assist alla speculazione

Il nuovo declassamento di due gradini alla Baa2 da parte di Moody's porta il rating sovrano italiano al livello della BBB, un notch sotto Standard and Poor's (BBB+) e due sotto Fitch (A-), avvicinando l'Italia pericolosamente alla BBB-, ultimo livello prima della categoria speculativa.

La severità del giudizio di Moody's è argomentata in una lunga lista di debolezze del sistema-Italia, già arcinote ma questa volta rivalutate e riproposte tutte con un forte accento negativo: l'alto debito pubblico rispetto al Pil diventa un fardello ora troppo pesante, la recessione e la scarsa capacità di crescere diventano aggravanti micidiali, i conti pubblici migliorano sì, ma troppo lentamente, le riforme strutturali varate dal Governo Monti sono benvenute ma anch'esse sminuite dagli analisti di Moody's per i rischi di implementazione.

Quel che più colpisce delle argomentazioni di Moody's è il peso dato alla crescente "vulnerabilità" del sistema-Italia in un contesto europeo dove il rischio contagio è altissimo a causa del pericolo dell'uscita dall'euro della Grecia e della crisi bancaria spagnola. In questo habitat, l'Italia con il suo debito/Pil elevatissimo e con oltre 415 miliardi di aste di titoli di Stato l'anno rischia di perdere l'accesso ai mercati. I timori di Moody's però suonano come un cattivo presagio, anche perché finora le aste italiane non hanno incontrato alcuna difficoltà nel collocare i titoli. Ai valutatori del rating non vanno bene gli alti rendimenti e il deterioramento della base degli investitori.

Così Moody's infierisce sul punto più debole dell'Italia: la mancanza di una rete di sicurezza europea capace di proteggere ltalia e rafforzarla nelle sue debolezze. Sarebbe proprio il caso di smentire Moody's su questo punto: l'Italia da parte sua ce la sta mettendo tuttta per uscire dalla crisi, ma ora spetta ai partners dell'Eurozona non lasciare l'Italia in balia dei mercati, della speculazione, dei rating.

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