E' una città del cibo, la più grande del mondo, e un polo didattico internazionale. Presto sarà anche altro. Una sorta di Disneyland, con giostre e piscina. E poi anche un museo d'arte. “Fico è bello, è dinamico - dice Oscar Farinetti, fondatore di Eataly e, in partnership con Coop Alleanza 3.0, di Fico Eataly World, il mega parco agroalimentare di Bologna. “Dal 15 novembre arriveranno le giostre - prosegue Farinetti -. Molto belle e anche educative, ma pensate soprattutto per divertirsi”. In attesa dell'hotel, annunciato lo scorso anno, Farinetti mette in cantiere una metamorfosi: Fico avrà tante nuove anime.
“Abbiamo il 70% del patrimonio artistico del pianeta – spiega -. Abbiamo musei che hanno più oggetti d'arte nei magazzini di tutti. Ne abbiamo talmente tanti che chiederemo a qualcuno di tirarne fuori un po' per esporli”. E' la nuova stagione del parco, che da quando ha aperto, nel novembre del 2017, alle porte del capoluogo emiliano, ha accolto 3,4 milioni di visitatori e marcia per raggiungere il traguardo fissato dal piano di sviluppo: 6 milioni di ingressi all'anno. Un primo obiettivo è già stato raggiunto.
Scuola per 100mila studenti
E' diventato anche una “scuola internazionale”, ha ospitato fino ad ora 100mila studenti provenienti dall'Italia e dal resto
del mondo. Sono arrivati bambini e ragazzi anche dall'Australia per scoprire cosa c'è dietro le quinte delle filiere italiane
del food, tra storia, tradizioni e innovazioni. Contribuendo a fare del parco un centro didattico capace di svelare molti
segreti, a partire da quelli dei tanti mestieri legati al cibo. Il 10% circa degli alunni sono arrivati dall'estero. Dall'Europa
(soprattutto da Francia, Germania, Regno Unito) ma anche dagli Stati Uniti, dal Sudamerica, dalla lontana Australia, dal Messico.
Alcuni, tra i più grandi, hanno cercato di apprendere l'arte degli chef con sfide ai fornelli. Altri, provenienti soprattutto
da Oltreoceano, di conoscere l'antica manualità che sta alla base della sfoglia con il mattarello o di imparare come si prepara
una vera pizza napoletana. A loro disposizione sei laboratori. E poi 40 mini fabbriche, dove osservare le varie fasi di produzione
di alcune tra le eccellenze alimentari made in Italy più conosciute nel mondo. E ancora botteghe, mercati, 45 luoghi di ristoro,
mini allevamenti. Molte le proposte didattiche del parco, con corsi per avvicinarsi al mondo del cibo anche attraverso le
nuove tecnologie digitali utilizzate dall'agricoltura 4.0. E per scoprire le nuove professioni che stanno cambiando il profilo
del settore, tra padiglioni multimediali e piccole coltivazioni.
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