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Questo articolo è stato pubblicato il 29 marzo 2012 alle ore 14:39.

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Il container allestito dalla Fiom all'esterno della fabbrica Magneti Marelli-Weber di Bologna (Ansa)Il container allestito dalla Fiom all'esterno della fabbrica Magneti Marelli-Weber di Bologna (Ansa)

Due mesi e mezzo dopo essere stata messa alla porta dalla Magneti Marelli (gruppo Fiat) di Bologna, e poco più di 12 ore dopo la sentenza del Tribunale del Lavoro di Bologna che ha condannato il Lingotto per condotta antisindacale, la Fiom ha fatto di nuovo il suo ingresso in fabbrica.

Tra lacrime, anche i sindacalisti si commuovono, a quanto pare, e pugni chiusi, che i sindacalisti restano i soli ad alzare al cielo, le porte dell'azienda si sono riaperte per i delegati defenestrati lo scorso 13 gennaio. Primo segnale del ritorno in fabbrica i volantini appesi in bacheca assieme alle prime tre pagine dell'Unità. Ora, mentre le tute blu attendono di riprendere possesso della saletta sindacale sgomberata, inizia la calendarizzazione dei prossimi appuntamenti: a fine aprile ci saranno le elezioni per le Rsa e quelli della Fiom presenteranno la loro lista.

Poco tempo da perdere: già la prossima settimana ci sarà una riunione a cui parteciperà anche il segretario provinciale Bruno Papignani e poi di corsa fino alla scadenza dell'apertura delle urne. Dalla Fiat, a poche ore dalla sentenza del giudice Carlo Sorgi, avevano fatto sapere che si sarebbe fatta opposizione al verdetto che di fatto rappresenta un precedente ‘pericoloso', visto che ce ne sono 60 analoghi presentati dai sindacalisti, contro la casa madre, in varie parti d'Italia: da Modena a Bari.

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