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Questo articolo è stato pubblicato il 05 aprile 2012 alle ore 11:56.
Com'è
Il licenziamento per motivi disciplinari indica quello disposto per giusta causa o giustificato motivo soggettivo per la violazione di obblighi contrattuali contenuti nel codice disciplinare. Il licenziamento disciplinare scatta anche in presenza di un illecito penalmente perseguibile compiuto dal lavoratore.
Oggi, in caso di annullamento del licenziamento, il giudice dispone il reintegro sul posto di lavoro
Come sarà
Sostanzialmente identico nei presupposti. La riforma precisa che l'accertamento dell'inesistenza del giustificato motivo soggettivo fa scattare comunque la risoluzione del contratto e obbliga il datore di lavoro a versare un'indennità tra 15 e 24 mensilità. Se però il giudice accerta che il fatto contestato non è stato commesso, il giudice dispone il reintegro e l'indennità a favore del lavoratore pari a quanto dovutogli dal momento in cui è stato licenziato
RICORSO
Ricorso del lavoratore in Tribunale
IL GIUDICE
•accoglie
Il lavoratore ha diritto a un indennizzo tra 15 e 24 mensilità tenuto conto dell'anzianità e del comportamento. Oppure al reintegro nel caso il giudice accerti che il fatto contestato non è stato commesso (in questo caso il lavoratore ha diritto alla retribuzione non percepita dal momento del licenziamento)
•non accoglie
Conseguenze. La risoluzione del contratto decisa dall'impresa per motivi discriminatori è e resterà nulla: il lavoratore è reintegrato sul posto di lavoro, a meno che non opti per un indennizzo
•dichiara il licenziamento discriminatorio
Si verifica quando un lavoratore viene allontanato dall'azienda per le sue idee o la sua attività all'interno o fuori del luogo di lavoro. Tra i motivi di nullità del licenziamento (indicati dall'articolo 15 dello Statuto dei lavoratori) spiccano l'affiliazione sindacale o la partecipazione a uno sciopero. Sono considerati discriminatori gli allontanamenti per ragioni legate a posizioni politiche, religione, razza, lingua o sesso
Conseguenze. La risoluzione del contratto decisa dall'impresa per motivi discriminatori è e resterà nulla: il lavoratore è reintegrato sul posto di lavoro, a meno che non opti per un indennizzo
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