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Questo articolo è stato pubblicato il 13 aprile 2012 alle ore 09:55.

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Già nelle prossime settimane gli uomini di Hitachi Rail potrebbero recarsi in visita agli stabilimenti di Ansaldo Breda di Pistoia, Napoli, Reggio Calabria e Palermo. La due diligence che dovrebbe portare, attraverso un aumento di capitale, la divisione trasporti del colosso nipponico a controllare il 50% dell'industria ferroviaria di Finmeccanica infatti prosegue: l'analisi dei conti sarebbe in dirittura d'arrivo e il prossimo passo consisterebbe in una sorta di particolarissimo "tour" degli impianti produttivi, con relativo esame di strutture, macchinari e soprattutto organizzazione del lavoro.

Particolare non di poco conto, quest'ultimo, per un'azienda che negli ultimi sei anni ha costretto la capogruppo Finmeccanica a ripianare perdite per un miliardo. E che adesso – qualora l'affare andasse in porto – potrebbe diventare l'avamposto europeo di Hitachi Rail. Da piazza Monte Grappa arriva l'ennesimo no comment, ma fonti vicine all'industria metalmeccanica di Stato danno per imminenti le prime visite dei giapponesi. Tappa successiva della trattativa condotta sull'asse Roma-Tokyo consisterebbe poi in un vertice con la dirigenza di Finmeccanica finalizzato a delineare nuovi possibili modelli gestionali per impianti e schemi di governance che andranno a caratterizzare la partnership. L'operazione, anticipata dal Sole 24 Ore del 27 marzo 2012, dovrebbe avere luogo attraverso un aumento di capitale: i giapponesi rileverebbero il 50% delle azioni di AnsaldoBreda al momento tutte di Finmeccanica. Sforzo che sarebbe ripagato dalla possibilità di entrare con un ruolo di peso anche nell'azionariato di Ansaldo Sts, oggi per il 40% di Finmeccanica e per il 60% del mercato. Con il nuovo assetto, Hitachi prenderebbe il 29% delle azioni Ansaldo Sts che fanno capo a Finmeccanica, intervento bilanciato dal Fondo strategico della Cassa depositi e prestiti pronto a rilevare un altro 18 per cento. In questo modo, tra Finmeccanica e Cdp, lo Stato si ritroverebbe in mano le stesse azioni (29%) dei giapponesi, mentre al mercato resterebbe il rimanente 42 per cento. Quella con Hitachi non è l'unica trattativa portata avanti da Finmeccanica per Breda e Sts – tra i candidati ci sarebbero anche China Southern Railway, gli spagnoli di Caf, Alstom, Siemens e Ge – ma è di sicuro quella in fase più avanzata.

Gli asset ritenuti cedibili da piazza Monte Grappa valgono complessivamente due miliardi. L'idea resta mettere in cassa almeno un miliardo entro fine anno. Altra partita importante è quella di Ansaldo Energia (per il 55% di Finmeccanica e per il 45% del fondo First Reserve): la prima opzione resta la cessione del 40% delle azioni Finmeccanica al Fondo strategico di Cdp; la seconda, per ora meno gettonata, è la vendita (tra i pretendenti pure Siemens). Per BredaMenarini – stabilimento bolognese per la produzione di bus a secco di commesse – sul tavolo c'è una manifestazione d'interesse dei turchi di Karsan. Operazioni da far digerire ai sindacati: per Fiom siamo alla «vendita dei gioielli di famiglia». Fim, attraverso il segretario Marco Bentivogli, ha più volte chiesto «un tavolo di confronto con Finmeccanica alla presenza del ministro dello Sviluppo economico Corrado Passera». Giovani Contento di Uilm chiarisce: «Ben vengano partnership di prestigio che assicurino un futuro agli stabilimenti del gruppo».

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