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Questo articolo è stato pubblicato il 13 maggio 2012 alle ore 08:13.

Ha collaborato Barbara Ganz
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NOI E GLI ALTRI Il confronto sull'imposizione
ITALIA
24,3%
L'ultimo rapporto Ocse stima per l'Italia un dato del 47,6%, in crescita sul 46,9 del 2010. La parte preponderante si riferisce all'imposizione sulle aziende che supera il 24%, contro il 7,2% a carico del dipendente e il 16,1% di tassazione sul reddito. È il quarto dato più elevato tra i Paesi messi a confronto, superato solo da Francia (29,7%), Estonia (con il 25,6%) e Repubblica Ceca (con il 25,4%). Il cuneo sale al 53% per le retribuzioni più elevate.
GERMANIA
16,5%
Il dato tedesco relativo è più elevato di quello italiano, raggiunge il 49,8%. Ma a fare la differenza, per la competitività del sistema produttivo è la quota di imposizione a carico delle imprese, di quasi 8 punti percentuali inferiore a quella italiana: si attesta al 16,5%. La tassa sul reddito è invece in linea con l'Italia: il 15,9%. Infine, i contributi sociali a carico del dipendente arrivano, nel caso tedesco, al 17,4 per cento.
FRANCIA
29,7%
In Francia, che tra i competitor internazionali dell'Italia si caratterizza per un cuneo fiscale più elevato (49,4%), l'imposizione sulle aziende è più alta, e sfiora il 30%. Così come è maggiore (9,6%) l'imposizione a carico del lavoratore. Inferiore risulta invece l'imposta sul reddito, al 10%. Come sottolinea Assolombarda in un report realizzato su dati 2010, però, le nazioni che ci superano hanno spesso livelli di welfare molto più efficaci.

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