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Questo articolo è stato pubblicato il 02 agosto 2012 alle ore 18:42.

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Di un metadistretto dell'aerospazio italiano si è cominciato a parlare dal 2006, ma finora non c'era stato alcun atto concreto in tale direzione. L'altro ieri invece si è giunti a una svolta: i presidenti dei distretti aerospaziali di Puglia, Campania e Lazio e i presidenti dei comitati per il distretto di Lombardia e Piemonte hanno sottoscritto a Roma un accordo per la costituzione di un cluster nazionale che riunisca grandi e piccole imprese, centri di ricerca e università, istituzioni locali.

Parliamo di un comparto che in Italia realizza un fatturato di circa 9 miliardi (dati 2010) con 39mila dipendenti, posizionandosi al sesto posto nel mondo e al quarto in Europa. La sola aeronautica contribuisce mediamente nella misura del 8-10% al saldo attivo della bilancia commerciale nazionale e per più del 2% all'export. Un recente studio di Srm-Intesa Sanpaolo rivela che l'Italia, nel settore aeronautico, in termini di valore aggiunto pari a 2.708 milioni, (e pari all'1,2% del manifatturiero), è al 4° posto in Europa, dopo Regno Unito, Francia, Germania.

Obiettivo dell'intesa tra i cinque poli tecnologici e produttivi italiani è, nel breve termine, creare le premesse per partecipare al bando emanato, a maggio, dal ministero della Ricerca scientifica per favorire «Lo sviluppo e il potenziamento di cluster tecnologici nazionali». Il bando, che si chiude a settembre, ha una dotazione di 368 milioni a cui si aggiungono i 40 riservati alle regioni "Obiettivo convergenza".

L'avviso – fortemente voluto dal ministro Francesco Profumo – punta alla creazioni di reti in cui confluiscano realtà produttive e centri di ricerca, allo scopo di rendere industria e ricerca italiane più competitive su scala internazionale. L'intesa firmata nei giorni scorsi prevede anche la creazione di un modello di governance leggero organizzato su 2 livelli: un organo di governo (con i presidenti dei cinque distretti aerospaziali) e un organo di indirizzo nell'ambito del quale troveranno spazio il mondo industriale, quello della ricerca e delle eccellenze territoriali. La presentazione ufficiale è prevista per il 5 settembre a Roma.

In realtà, si tratta del primo passo verso un programma di ampia portata che dovrà affrontare non poche questioni spigolose. Se finora il megadistretto non era nato, infatti, nonostante i numerosi "incontri ravvicinati" degli anni passati – sopratutto tra Campania e Puglia – si doveva anche alla concorrenza tra poli nella spartizione delle commesse, in primo luogo quelle di Alenia. Non piacque ai campani l'assegnazione, a esempio, del Boeing 787 allo stabilimento produttivo di Alenia a Grottaglie. Sul tavolo, quindi, il vero nodo è quello di rafforzare il sistema Italia nel suo complesso, senza penalizzare i territori.

Luigi Carrino, presidente della società di gestione del distretto campano, di recente costituzione, ha una sua proposta: «Ciascun polo dovrà avere una specificità produttiva ma tutti dovranno concorrere a progetti di ricerca che garantiscano una crescita in campo tecnologico al sistema nel suo complesso». Per Carrino, comunque, «la leadership nella definizione del programma del metadistretto va alle imprese a cui spetta la prima parola nella scelta dei prodotti».

Il distretto campano è nato di recente su impulso di un altro bando ministeriale, a valere sul Pon Ricerca e competitività 2007-2013, a cui la Campania (con il 22% della produzione nazionale) ha partecipato con un progetto che ha ottenuto il punteggio massimo. Si è dotato di una società di gestione a cui hanno aderito 31 soggetti tra cui nove grandi aziende (tra queste Alenia Aermacchi con una quota del 6%), 9 piccole imprese e cinque consorzi di Pmi per un totale di circa 100 unità. In attesa che si definisca nel dettaglio l'organizzazione il Dac (Distretto aerospaziale della Campania) ha avviato undici progetti che puntano a sviluppare ricerche su nuovo aereo regionale, aviazione generale, manutenzione, sicurezza di aerei e aeroporti e spazio.

Alenia Aermacchi – commenta il vertice della società – «crede fermamente nelle prospettive che possono creare distretti e metadistretto». La società di Finmeccanica partecipa con una quota significativa (17%) anche al distretto pugliese, nato per primo nel 2009. Una realtà a cui hanno aderito 50 imprese circa e centri di ricerca. Più pesante per fatturato ed export il polo lombardo con 4 miliardi di fatturato e un export in aumento del 32% nel primo trimestre 2012: conta su 185 imprese e 15mila addetti.

Il polo piemontese, costituito da 7 grandi imprese e da oltre 200 Pmi, si è organizzato sin dal 2007 come piattaforma tecnologica regionale. In due fasi successive di finanziamento, la Regione ha impiegato 50 milioni – con investimenti attivati per 100 milioni – su cinque linee di sviluppo della ricerca: Uav per scopi civili, motori eco-compatibili, "more electric aircraft", esplorazione spaziale e infine gestione dei rifiuti spaziali. Nel Lazio il distretto dell'aerospazio pesa 5 miliardi di fatturato e 250 aziende, con 30mila addetti e 10 centri di ricerca attivi.

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