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Questo articolo è stato pubblicato il 22 agosto 2012 alle ore 06:40.

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«Ma guardi che mica ci divertiamo sa? Ogni mattina la compagnia ci comunica i prezzi, e da molti giorni sono sempre aumenti». Il gestore dell'impianto Total-Erg apprende da noi la notizia: nella sua pompa di benzina, in provincia di Siena lungo la A1 Milano-Napoli, la benzina servita è la più cara d'Italia: 2,044 euro al litro. Non si tratta solo del livello più alto in questo momento, ma anche del massimo storico mai registrato in Italia. E parliamo di "verde", non di carburanti speciali, quelli ormai sono da mesi stabilmente oltre quota due euro.

Il rientro dalle ferie per gli italiani si apre così sotto i peggiori auspici, con aumenti a raffica che spingono al rialzo i listini dei carburanti un po' ovunque. Se il record assoluto spetta alla provincia di Siena, a quota 2,04 euro seguono altre tre stazioni di servizio e in generale sono ben 54 le pompe lungo le autostrade a proporre la verde oltre quota due euro al litro.

Liguria e Toscana sono in media le regioni più care, quelle per inciso dove le accise regionali sono tra le più alte in Italia.

Il cocktail terribile, che porta i carburanti a nuovi record, è stato sintetizzato lunedì a Rimini dall'amministratore delegato dell'Eni Paolo Scaroni: accise elevate, rincari del greggio, debolezza dell'euro. Quest'ultimo fattore, in particolare, se da un lato offre benefici evidenti alle nostre esportazioni, d'altro canto ha come effetto collaterale l'aumento dei listini di tutti i prodotti in dollari, petrolio incluso.

Il brent, greggio di riferimento per l'Europa, è salito oltre quota 116 dollari, in crescita del 6% rispetto a dodici mesi fa.

Ma a questo rialzo va aggiunta la contestuale rivalutazione del dollaro rispetto alla moneta unica, che in un anno ha perso circa il 15% del suo valore nei confronti del biglietto verde. Come risultato, il brent pagato in euro è arrivato ai massimi storici, oltre quota 93 euro al barile. Altro elemento critico è però certamente il fisco. L'ultimo ritocco delle accise, datato 11 agosto, porta ad un aumento di appena 0,5 centesimi al litro ma è solo l'ultimo tassello di un lungo percorso che ha portato dall'inizio del 2011 le accise a crescere di 16,44 centesimi per la benzina e di 19,44 centesimi per il gasolio.

Rincari che hanno cambiato drasticamente le abitudini degli italiani, capaci di rinunciare ai viaggi in auto e comprimere così i consumi di carburanti ben oltre le tradizionali indicazioni dei libri di testo, che vedevano da sempre nella benzina un prodotto anelastico, necessario, poco modificabile nei suoi volumi pur in presenza di prezzi crescenti. Situazione ribaltata nel 2012, che nei primi sei mesi ha visto un crollo del 9,6% per benzina e gasolio, poco meno di 1,7 milioni di tonnellate di carburante rimaste nelle pompe dei distributori. «Una cosa mai vista a memoria d'uomo» ha commentato Scaroni, che ha provato a correre ai ripari lanciando nelle scorse settimane l'iniziativa del maxi-sconto durante il week-end.

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