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Questo articolo è stato pubblicato il 30 agosto 2012 alle ore 06:45.

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Secondo l'Osservatorio del Monitor distretti di Intesa Sanpaolo, il punto debole della rubinetteria del Cusio sta tutto nell'ancora debole presenza sui mercati emergenti: solo il 5,6% dell'export nel 2011, ad esempio, sono state dirette verso Brasile, Russia, India, Cina, Hong Kong. Una quota troppo bassa, una lacuna da colmare. «È un ritardo che le imprese del distretto devono recuperare» spiega Giovanni Foresti, economista del servizio Studi dell'Osservatorio. Rispetto ai concorrenti-partner di Lumezzane (Bs), i novaresi restano un passo indietro, soprattutto rispetto al mercato russo: «I produttori lombardi – scorre le cifre Foresti – si attestano a quota 4% di export destinato ai mercati russi, in Piemonte si scende al 2,5». Stesso discorso vale per il mercato polacco, spiega ancora Foresti, dove i produtori lombardi esportano il 3,5% della quota export mentre i piemontesi si fermano all'1,6. Numeri che fanno vedere a Foresti il bicchiere mezzo pieno: «le aziende hanno opportunità ancora da sfruttare». Da queste parti poi spesso la Cina ha rappresentato la minaccia sul mercato, il paese che produce a basso costo e penalizza i locali. Per certi versi, un mito da sfatare: «Da uno studio realizzato per capire quanto pesa la concorrenza cinese – riprende Foresti – emerge che l'Italia si è difesa sul mercato e lo ha fatto meglio rispetto ad altri competitor come, ad esempio, Giappone, Usa, Francia». Certo, ci siamo difesi peggio dei tedeschi, ma comunque il made in Italy nella rubinetteria è riuscito a limitare l'avanzata cinese. Merito dell'innovazione, e del posizionamento nell'alto di gamma. «L'Italia ha aumentato le sue quote di mercato proprio nei prodotti di alta fascia di prezzo».
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IL RATING DEL SOLE
Il punteggio
Attraverso una griglia di 12 variabili ciascun distretto è definito nei suoi punti di forza e di debolezza. Valduggia resiste grazie alla filiera locale, alla flessibilità e alla forte spinta dell'export.
Dimensioni e produttività i limiti.
BASSA
- IL GIUDIZIO
-
PUNTI DI FORZA
1
INTERNAZIONALIZZAZIONE
Il polo delle rubinetterie di Cusio-Valsesia detiene, nel complesso, il 15% dell'export mondiale del settore. La quota di export delle imprese del distretto supera il 60%. L'Italia, secondo la Fondazione Edison, è prima esportatrice di rubinetti e valvole
ALTA
-
2
OCCUPAZIONE
Tra impiegati diretti e indotto, il settore dei rubinetti del Cusio occupa, secondo le stime dell'Unione industriale di Novara, circa 29mila addetti. Da segnalare il caso di San Maurizio D'Opaglio, esempio di monocoltura industriale
BUONA
-
3
CAPACITÀ COMMERCIALE
Nell'area novarese del distretto
sono presenti i marchi storici della rubinetteria italiana, segno che il tessuto produttivo è riuscito a mantenere negli anni
le sue eccellenze e una riconoscibilità
a livello internazionale
DISCRETA
-
PUNTI DI DEBOLEZZA
1
PRODUZIONE
Come rivela la Camera di commercio di Novara, il primo trimestre dell'anno ha registrato nel settore della rubinetteria un calo della produzione dell'11%, un dato che conferma il trend negativo dell'anno scorso per il comparto
2
CAPACITÀ DI FARE RETE
Le imprese della rubinetteria del Cusio, nate negli anni Cinquanta e affermatesi a livello mondiale fanno poca esperienza di messa in rete di tecnologie, innovazione e processi produttivi. Esperienze come il consorzio Ruvaris rappresentano una eccezione
SCARSA
-
3
ALLEANZE STRATEGICHE
La mancanza di una strategia comune delle aziende del distretto del Cusio le penalizza soprattutto sui mercati emergenti, dove la capacità di allearsi delle Pmi risulta fondamentale. La quota di export verso i Bric's, ad esempio, è soltanto del 5,6%
INSUFFICIENTE
-

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