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Questo articolo è stato pubblicato il 06 settembre 2012 alle ore 13:53.

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Si sta svolgendo in queste ore una manifestazione delle tabaccherie contro l'ipotesi di riforma della Direttiva europea sul tabacco. La Direzione generale Salute della Commissione europea, infatti, sta elaborando una proposta che diventerà definitiva entro l'autunno con l'introduzione: del divieto di esposizione dei prodotti da fumo e dell'uso degli ingredienti nelle sigarette con la conseguente omogeneità di gusto; del pacchetto generico, senza marchio e logo; di immagini shock che dovranno coprire il 75% della confezione.

Risso: misure demagogiche
«La demagogia di queste misure è evidente mentre è tutta da dimostrare la loro efficacia - afferma Giovanni Risso, presidente della Federazione italiana tabaccai (Fit) e della Confédération Européenne des Détaillants en Tabac (Cedt) -. Certo è, invece, che gli effetti di queste misure sconsiderate saranno devastanti sulla rete di vendita legale e controllata, a chiaro vantaggio del mercato illegale, del contrabbando e della contraffazione. Ecco perché, insieme ai colleghi tabaccai di tutta Europa, diciamo no al divieto di esposizione, no ai pacchetti generici e con immagini shock, no alle sigarette uniforme per gusto e sapore».

La contraffazione di sigarette vale 2,8 miliardi
Il fenomeno della contraffazione nel mercato italiano, secondo gli ultimi dati, sta assumendo dimensioni sempre più preoccupanti con effetti sia sulla salute dei consumatori che sulle entrate dell'Erario. Si stima, infatti, che nel 2010 il mercato illegale delle sigarette sia stato pari al 3,4% dei consumi legali, vale a dire circa 2,8 miliardi di sigarette illegali, di cui 413 milioni contraffatte. In Italia, nel 2011, la Guardia di Finanza ha sequestrato 240,1 tonnellate tabacchi lavorati di contrabbando, delle quali 38 tonnellate con marchio contraffatto.

In allarme l'intera filiera con 200mila addetti
Con le tabaccherie, tuttavia, è in allarme l'intera filiera che rappresenta un importante volàno per l'occupazione coinvolgendo in totale oltre 200mila addetti: 53mila nella tabacchicoltura, 5.500 nella prima trasformazione, 740 nella manifattura, 2.700 nella distribuzione dei prodotti da fumo e 140mila nelle rivendite di tabacchi. Dal canto suo l'industria, già alle prese con un calo dei consumi che si aggira intorno all'8%, dovrà fare i conti anche con le gravi limitazioni all'utilizzo del marchio (il pacchetto generico sarà realtà in Australia a partire dal 1° dicembre).

Rischiano di essere dimezzate le aziende agricole italiane
Rischiano di essere dimezzate le aziende agricole italiane. La miscela delle cosiddette «american blend», infatti, è realizzata anche con tabacco burley trattato con ingredienti per ripristinare i livelli di zucchero e aromi persi durante la fase di essiccazione. Il divieto di utilizzare questa varietà cancellerebbe di fatto il 50% dei raccolti made in Italy (concentrati in Campania) con un impatto sull'occupazione del comparto stimabile in una perdita del posto di lavoro per circa 20mila lavoratori agricoli e della prima trasformazione (tra fissi e stagionali).

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