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Questo articolo è stato pubblicato il 11 ottobre 2012 alle ore 10:38.

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MOSCA. «Santa Madre Russia!», esclama, occhi al cielo, Damiano Secchi, export area manager della canturina Silik spa, camere da letto tutte stucchi e scintillanti dorature ben in vista tra i 516 stand (460 quelli di aziende italiane) presenti all'ottava edizione dei Saloni Worldwide moscoviti.

L'invocazione, per quanto scaramantica, ha un fondamento concreto: l'economia russa, per fortuna del made in Italy, non s'è mai fermata. Anzi, riserva ulteriori margini di manovra in un mercato del valore di circa 11-15 miliardi di dollari. La richiesta di mobili e complementi di arredo continua a trainare l'export, con un effetto moltiplicatore a sua volta agganciato all'edilizia residenziale e così I Saloni Worldwide, quest'anno, hanno addirittura raddoppiato gli spazi espositivi occupando due interi piani del Crocus Expo-2, la struttura fieristica alla periferia della capitale. Tra le aziende c'è fermento, visitatori e buyer formano un flusso costante.
«A Mosca siamo tornati ai valori di quattro anni fa, e vi ricordo che l'Italia è sempre stata il primo fornitore di mobili in Russia, qui c'è una cultura attenta al nostro Paese che ci permette, oggi, di consolidare le posizioni - è il commento di Roberto Snaidero, presidente di Federlegno arredo che, attraverso Cosmit spa, organizza l'evento -. Una spia positiva, ai Saloni di Milano, erano già stati gli oltre 21.500 visitatori russi registrati, così non c'è da meravigliarsi se le aziende partecipanti a questi Saloni Worldwide siano cresciute del 36%. Contiamo di superare gli ingressi dell'anno scorso qui a Mosca, sempre in costante crescita, nel 2011 erano stati più di 36mila».

L'Italia nel mercato russo vanta una quota pari al 17% nel 2011: nei primi sei mesi del 2012 il valore è stato di 263,166 milioni di dollari per una quota del 14,9 per cento. Ma, attenzione: un rapporto dell'Ice sul mercato del mobile predisposto per l'occasione avverte che i prodotti made in China sono saliti al primo posto tra i fornitori del legnoarredo, stando, almeno, a quanto dichiarano le dogane russe. Ma l'export italiano del settore arredamento è comunque cresciuto del 13,6% sul 2010, per un valore di 578,216 milioni di dollari. Non solo. L'edilizia rampante che nel 2011 ha sviluppato 62,3 milioni di metri quadri costruiti (58,1 nel 2010) per la quota imputabile ad abitazioni nel primo scorcio d'anno è stata pari al 93,7% del totale così che anche il settore della ceramica italiana sta vivendo un buon momento: non a caso era ben rappresentata nel padiglione Ice con Ceramics of Italy e i più bei nomi del settore, da Atlas Concorde a Ceramiche Ricchetti. Tutti prodotti stimati in Russia per la loro qualità, il design e i requisiti tecnici e, perché no, anche per il fattore prezzo.

C'è anche un aspetto da sottolineare, relativo alla percezione positiva sui mercati, l'Italia continua a rappresentare per il consumatore russo un punto di riferimento e a dettare legge nel settore grazie al design, alla capacità di unire qualità e innovazione. Rimane dunque il principale fornitore di arredamento di prestigio con un'offerta nel segmento alto di prodotto, a dispetto del sorpasso cinese che in certi ambiti è molto forte. Nei mobili per sedersi, ad esempio, l'Italia è terza dopo Cina e Corea, per le lampade è seconda dopo la Cina (prima con una quota monstre del 62%). L'ufficio studi Federlegno precisa che gennaio-marzo 2012 la Francia con il 19% è sempre il mercato d'elezione per i nostri prodotti, seguita da Germania 14%, Regno Unito 8% e, appunto, Russia 6%. Sul sistema generale, invece, il prodotto leader restano le cucine con il 24,3%, seguono imbottiti (18%) e complementi d'arredo (17,4%).

La Russia potrà crescere ancora e tra gli spunti da cogliere per gli operatori c'è il settore dei mobili da ufficio che iniziano ad avere un loro mercato, per i giochi di Soci, nel 2014, saranno previsti fondi per le XXII Olimpiadi invernali per la costruzione di alberghi, ristoranti, infrastrutture varie. Si sta facendo avanti una classe, corteggiatissima, di architetti e progettisti d'interni in grado di poter scegliere le soluzioni da sottoporre ai committenti e soprattutto di dare impulso al contract che spesso in Russia include la fase dell'allestimento vero e proprio.

La rete distributiva, inoltre, sta crescendo tantissimo, Mz, Grand, Tri Kita, Gromada, insieme a Ikea, sono gruppi in grado di toccare il 50% del mercato. Ci sono zone da sondare, e poi c'è da sperare che l'ingresso nella Wto velocizzi i tempi, estenuanti, delle importazioni. E c'è chi, poi, forte della Russia sperimentata già da più di un decennio, tenta l'impossibile. In netta controtendenza Renzo Rastelli, cucine Aran made in Atri (Teramo), forte della sua posizione a Mosca, sta pensando di iniziare a pigiare il pedale nientemeno che sul difficile mercato italiano.

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