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Questo articolo è stato pubblicato il 26 ottobre 2012 alle ore 13:55.
L'ultima modifica è del 26 ottobre 2012 alle ore 10:08.

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Jacopo Morelli. (Ansa)Jacopo Morelli. (Ansa)

CAPRI - Ridurre le tasse , in particolare su chi lavora e sulle imprese che reinvestono. «Il peso della pressione fiscale per chi le paga onestamente è cresciuto cosi tanto da diventare una confisca». Jacopo Morelli, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, incalza il Governo: con il solo rigore non si crea la crescita. I colpi della recessione, sottolinea, hanno ridotto la base industriale del 20 per cento. E avverte: «Il tempo della pazienza è finito».

Sono questi i temi principali della relazione con cui Morelli ha aperto il convegno dei Giovani di Capri dal titolo «Europe under pressure, integrazione , sviluppo, lavoro, unire l'Europa , rafforzare l'Italia». Servono le risorse per crescere e tagliare le tasse. E la politica in questo deve essere credibile: «Una classe politica che non mantiene le promesse mentre chiede sacrifici continui ai cittadini è indegna», ha detto tra gli applausi. «Via i ladri, gli ignoranti e gli incapaci», ha scandito, sollecitando la lotta agli sprechi e una legge elettorale, insieme alle regole interne ai partiti, come elementi per recuperare il «deficit democratico» del Paese. Per Morelli senza azioni su investimenti, produttività e competitività la sola lotta ai deficit segnerà la fine dell' euro. Bisogna avere la volontà del cambiamento, su un'idea: «La crisi va sconfitta, sarà sconfitta».

Il messaggio di Monti

«L'Italia ha fatto in questi mesi scelte difficili e introdotto riforme importanti in modo da voltare pagina rispetto ad un passato di bassa crescita ed elevato debito e contribuire ad una soluzione della crisi della zona euro. Le riforme e l'impegno per la crescita dell'Italia, come di ciascuno degli altri Stati membri, possono però avere successo solo dentro un'azione comune a livello europeo. Per questo è essenziale che le giovani generazioni, e tra esse i giovani che si trovano in prima linea nel fare impresa e creare nuove opportunità, sentano l'Unione europea come orizzonte irrinunciabile per la loro azione e si impegnino direttamente a progettarne il futuro»: così il presidente del consiglio Mario Monti in un messaggio inviato ai Giovani imprenditori di Confindustria e letto dal presidente Jacopo Morelli in apertura.

Fornero: l'Italia ha bisogno di riforme
«Riforme, riforme e ancora riforme. Di questo l'Italia ha bisogno. Abbiamo cominciato e di certo e non abbiamo ancora finito». Così il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, intervenendo al congresso dei giovani imprenditori di Confindustria in corso a Capri. «Il Governo - ha ricordato - é stato chiamato con dei compiti molto chiari: allontanare una possibile crisi finanziaria che incombeva e che avrebbe travolto il Paese mettendo a rischio l'intero sistema dei pagamenti». «Napoli è la città più significativa dal punto di vista dei progetti per il lavoro», dice il ministro, che al convegno dei giovani imprenditori ricorda «un progetto che stiamo costruendo insieme con la Germania, con i due ministri del lavoro ed i due dell'Istruzione: coinvolgiamo imprese italiane e straniere, lavoriamo con Confindustria, vogliamo lavorare su questo progetto di apprendistato. Non è un conferenza, è un progetto per il lavoro dei giovani e per ridurre l'abbandono scolastico».

Conti: tasse, giustizia e corruzione gli "spread" di questo Paese
«Nel nostro Paese ci sono purtroppo molti "spread" che affliggono l'economia: le tasse più elevate, la giustizia civile più lenta, la corruzione più diffusa, la burocrazia più invasiva»: così Fulvio Conti, ad di Enel e vicepresidente di Confindutria con delega al Centro Studi. «L'analisi 'Doing Business 2013' conferma che il nostro Paese si pone al 73esimo posto lontana dalle vette di Singapore, Hong Kong e Nuova zelanda - ha proseguito - Di tutta questa situazione ne fanno le spese sia le imprese, che pagano oltre 26 miliardi di euro all'anno per oneri amministrativi, sia i cittadini». Un dato rilevante - ha detto ancora Conti - é che un punto percentuale in più di efficienza della Pubblica Amministrazione produrrebbe un incremento dello 0,9% del Pil del Paese. «Per questo sono convinto - sottolinea - che la madre di tutte le riforme sia avviare e concludere una capillare opera di semplificazione normativa e di sburocratizzazione. È fondamentale una riforma del sistema istituzionale del Paese di cui, con senso di responsabilità, la politica presente e futura deve con chiarezza e lungimiranza farsi carico come obiettivo primario. In questo senso, il disegno di legge sulla semplificazione amministrativa approvato la scorsa settimana, e la proposta di revisione del Titolo V della Costituzione rappresentano sicuramente dei segnali positivi».

Barbagallo: no ai furbi che remano contro
«Gli imprenditori hanno saputo dare l'esempio. Abbiamo mantenuto la promessa fatta un anno fa, facendo la nostra parte, mettendo in campo energie economiche, mentali, emotive enormi, mantenendo a galla la barca. Ringrazio gli imprenditori per questo sforzo, esclusi i furbi, però. Esclusi quelli che non pagano le tasse, che fanno concorrenza sleale, che sfruttano i lavoratori , che vivono nell'illegalità. Quelli - che pure ci sono ed è inutile far finta di nulla - hanno remato contro. Vanno isolati, perseguiti se commettono atti illegali, esclusi dalla vita civile del Paese»: così Carlo Barbagallo, il presidente dei Giovani imprenditori della Campania in apertura del ventisettesimo convegno di Confindustria in svolgimento a Capri. «Io vengo da un territorio che negli ultimi dieci anni, dal 2001 al 2011, secondo lo Svimez ha visto un Pil inchiodato allo 0%, rispetto al + 0,4% del Centro-Nord, a testimonianza del perdurante divario di sviluppo tra le due aree - ha proseguito - e che proprio per la dilagante illegalità vive quotidianamente difficoltà doppie, sul piano civile e sul piano imprenditoriale. La Campania registra addirittura un calo del Pil, fermandosi al -0.6%: in un decennio il recupero del gap tra Nord e Sud del Paese è stato soltanto di un punto e mezzo percentuale, dal 56,1% al 57,7%. Continuando così , sempre secondo i dati Svimez, ci vorrebbero 400 anni per recuperare lo svantaggio. Eppure abbiamo enormi potenzialità inespresse, come l'ingente patrimonio artistico e storico. Il settore in Europa da' lavoro a 3,6 milioni di persone, di cui solo 48mila al Sud. Occorre strutturare un piano di promozione complessivo ed integrato capace di valorizzare le diverse specificità del territorio. Adeguate politiche di valorizzazione dell'industria culturale finanziate con risorse nazionali e comunitarie potrebbero permettere al Sud - secondo lo Svimez - di recuperare il gap di occupazione con il Centro-Nord in pochi anni, con 40mila nuovi posti di lavoro di cui 15mila laureati. Apriamo ai privati, mettiamo a frutto il patrimonio artistico, non ci limitiamo a metterci sopra una teca. La posizione geografica di assoluto vantaggio rispetto al Mediterraneo - ha concluso Barbagallo - soprattutto delle nostre regioni può e deve essere messa a frutto. E non solo rispetto al turismo. Penso ad esempio alla logista e alla movimentazione merci che solo un piano infrastrutturale serio può rilanciare adeguatamente».

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