Il calo dell'export non si ferma più: le storie di tre imprenditori
Per trovare un dato peggiore bisogna tornare al dicembre del 2009. Il calo tendenziale del 4,2% per le nostre esportazioni di settembre spazza via l'ultima ciambella di salvataggio della nostra economia, confermando le difficoltà crescenti del Paese nel ritrovare il sentiero della crescita.
di Luca Orlando16 novembre 2012
1. In Cina le nostre vendite 2012 si sono dimezzate
di Luca Orlando
"In Cina le nostre vendite 2012 si sono dimezzate. Ed è ovvio che la frenata cinese abbia effetti diretti anche sulla Germania, dove il rallentamento è in atto".
Pietro Cassani, direttore generale del gruppo emiliano Sacmi, 1,3 miliardi di ricavi con 4.200 addetti, sperimenta direttamente la frenata dell'economia globale, con ricadute evidenti sui risultati.
"In Cina il rallentamento è stato netto e brusco, per fortuna compensiamo con altre parti del mondo dove continuiamo a crescere.Se prendiamo la Germania, vediamo che tutta la crescita di questi anni è stata realizzata grazie alla Cina, con grandi vendite nell'automotive ma anche nei macchinari per il packaging. Il dato di settembre per la Germania non mi stupisce affatto, sono mesi che noi vediamo il rallentamento nel Paese e un po' in tutta Europa". Per il gruppo Sacmi, attivo nei macchinari per industria ceramica e packaging, chiuderà l'anno in linea o poco al di sotto del 2011, quando le vendite arrivarono a 1,3 miliardi di euro.
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