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Questo articolo è stato pubblicato il 19 novembre 2012 alle ore 10:14.

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Un'immagine delle cantine Terra dei re a Rionero del Vulture, una delle aziende dove si produce l'AglianicoUn'immagine delle cantine Terra dei re a Rionero del Vulture, una delle aziende dove si produce l'Aglianico

Calano i prezzi dei terreni, ma crescono nuovi talenti dell'enologia. Come Fabio Mecca, nipote dei Paternoster con il chiodo fisso per il vino. Da bambino razzolava in vigna e marinava la scuola pur di poter lavorare con gli zii e il nonno tra grappoli e filari. Dopo il liceo classico, vola al "Cerletti" di Conegliano Veneto, l'università italiana del vino. Racconta: «La cosa che mi fa più male, ancora oggi, è la resistenza che mostrano i miei coetanei per i lavori in vigna o tra gli uliveti. Come se fare il contadino fosse ancora vissuto come uno stato di minorità».

Un parere non condiviso da Giura Trabocchetti, ottimista a oltranza su tutto il fronte: «Ci sono 64 cantine che hanno rinnovato completamente gli impianti; c'è una leva di giovani imprenditori capaci e competenti che hanno gestito il passaggio generazionale; e poi c'è un consorzio che promuove il dialogo e alimenta lo spirito di gruppo. Sarebbe un fatto grave se ci dimenticassimo che trent'anni fa l'aglianico del Vulture veniva imbottigliato a Martina Franca o a Bitonto, due comuni pugliesi che nulla hanno a che fare con la zona di origine». Come dire: oltre che a flagellarci, prendiamoci anche i meriti per il percorso compiuto da un'intera generazione di vignaioli. E tra i meriti - e la immanente disfida con la Puglia - non si può non citare il recente riconoscimento all'Ogliarola del Vulture, la qualità di olive ricomprese nel territorio che va da Melfi a Venosa, che da quest'anno possono fregiarsi del marchio Dop.

A proposito di cooperazione, va citata l'associazione "Fiorente" dei produttori (oltre 340) di Rapolla, uno dei motori del riconoscimento della denominazione di origine protetta. Donato Americo, direttore della coop nata nei primi anni Settanta, vuole recuperare in fretta il terreno perduto. E ha sperimentato con successo la vendita diretta porta a porta in tutte le regioni italiane, con una piccola quantità che raggiunge persino Chicago, Illinois. Dice Americo: «I nostri 1.500 clienti sparsi per l'Italia assorbono quasi l'80% dei 3.500 quintali di olio prodotto. Il vantaggio? Prezzi contenuti (5 euro al litro ma con la Dop saliranno e 7, ndr) e la garanzia di un prodotto di qualità».

Inutile aggiungere che tutti gli interlocutori, forse con l'eccezione del presidente-"notaio" Giura Trabocchetti, alle parole Regione e politica, che da queste parti sono sinonimi, si limitano a scuotere la testa. «Qui l'agricoltura, come tutto il resto, è dominata dalla politica» conferma Francesco Ragone, ex sindaco di San Chirico Nuovo e direttore dei Gal, Gruppo azione locale, di Rionero in Vulture. Liquido distretto in liquida Regione.

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