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Questo articolo è stato pubblicato il 20 novembre 2012 alle ore 15:37.

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Nella foto una veduta della piazza Re Tomislav a Zagabria (Marka)Nella foto una veduta della piazza Re Tomislav a Zagabria (Marka)

Una recessione pesante, certificata senz'appello da una nota del Fondo monetario internazionale la scorsa settimana. Contro la quale il Governo punta allo scatto di reni con un "pacchetto crescita" varato appena un mese fa, (il 12 ottobre per l'esattezza) per calamitare gli investimenti esteri. Su tutto, però, a luglio 2013, ci sarà l'ingresso nell'Unione europea con una "torta di battesimo" da 10 miliardi di euro di finanziamenti da reinvestire in infrastrutture, turismo ed energia.
La Croazia – destinata a diventare il 28esimo Paese Ue tra 8 mesi – chiuderà il 2012 in recessione. «Dopo due anni in contrazione e una stagnazione nel 2011, con le sfavorevoli condizioni esterne e della domanda interna – si legge nel rapporto dell'Fmi – il Pil è atteso ulteriormente in calo nel 2012 dell'1,5%, tornando a crescere modestamente dello 0,7% nel 2013».

Lo scorso agosto il governo di centro-sinistra, guidato da Zoran Milanovic, ha adottato un piano di consolidamento fiscale per ridurre il deficit dal 5,2% del Pil nel 2011 al 4% nel 2012, aumentando l'Iva dal 23 al 25% e con provvedimenti per contrastare evasione fiscale, corruzione e la piaga del lavoro nero. Ufficialmente, il tasso di disoccupazione 2012 è al 14%, ma non tiene conto del fenomeno (molto diffuso) del lavoro nero e della stagionalità legata al turismo che d'estate abbassa la percentuale anche di 3 punti.
Il Fmi invita ad affrontare la situazione con «cruciali riforme» in materia di investimenti, occupazione e produttività per recuperare, secondo gli esperti di Washington, «circa due punti percentuali di Pil».

Un primo tentativo è stato fatto a ottobre con l'approvazione della cosiddetta riforma "Mini investimento", un mix di incentivi fiscali e doganali per investitori nazionali ed esteri, sovvenzioni a fondo perduto per iniziative ad alto valore aggiunto e per rilanciare le assunzioni nelle Pmi. «Il nerbo imprenditoriale del Paese – ha spiegato l'ambasciatore italiano a Zagabria, Emanuela D'Alessandro – è costituito come in Italia, da micro e piccole attività. Su 4,2 milioni di abitanti, ci sono 168.931 aziende nel Paese, di cui il 92,2% non arriva a 10 dipendenti». Oltre alla possibilità di costituire una srl a un euro e per via telematica, «il valore minimo degli investimenti richiesti per fruire degli incentivi – ha proseguito D'Alessandro – è stato ridotto da 300mila a 150mila euro mentre per le microimprese gli incentivi valgono se l'importo minimo dell'investimento è di 50mila euro (naturalmente nel corrispettivo in kune, la moneta locale)».

Intanto, proprio il giorno in cui il Fmi rilasciava il suo verdetto, Italferr – gruppo Fs – si è aggiudicata il progetto per realizzare una tratta di 60 chilometri del corridoio Fiume-Zagabria-Budapest. Il contratto da 5,5 milioni di euro è stato siglato a Zagabria tra Italferr e le ferrovie croate. A finanziarlo per l'85% sarà l'Unione europea tramite i fondi pre-adesione Ipa e per il 15% il budget nazionale croato.
In base alle rilevazioni della Banca nazionale croata, nel periodo fra il 1993 e la fine del primo semestre del 2012 l'ammontare degli Ide in Croazia è stato di circa 25,850 miliardi di euro, di cui 1,075 miliardi sono gli investimenti realizzati nel 2011 e solo 154,4 milioni di euro sono gli investimenti realizzati nel corso del primo semestre 2012.
Nei primi nove mesi del 2012 il valore dell'interscambio bilaterale Italia-Croazia ha superato i 3,2 miliardi di euro. L'Italia resta il primo partner commerciale di Zagabria.

Con un investimento complessivo superiore ai 30 milioni di euro ed un aumento degli addetti da 136 a 340 la Same Deutz-Fahr di Treviglio, storica azienda bergamasca che dal 1927 produce macchine da raccolta, motori e macchine agricole ha acquisito e rilanciato lo stabilimento di Zupanja, portando, in 6 anni, il fatturato da 6 a 44,5 milioni di euro stimati per il 2012. «Abbiamo acquisito un'azienda locale che già operava su licenza e tecnologia Deutz-Fahr – ha spiegato l'ad Lodovico Bussolati – senza utilizzare forme particolari di incentivi o sgravi. Auspichiamo però che la Croazia entri presto nell'Unione europea perché la necessità di uniformare le procedure, non solo doganali e agevolare la mobilità di merci e personale può certamente contrbuire a migliorare una burocrazia pesante e farragginosa, del tutto irragionevole in un Paese che non arriva a 4,5 milioni di abitanti».

BRUROCRAZIA

Nella classifica del Doing Business della Banca mondiale la Croazia occupa l'84esimo posto (due posizioni davanti alla Serbia). Negativo il giudizio sulle procedure per ottenere licenze edilizie e sulle norme a protezione degli investitori. L'Fmi critica inoltre la lunghezza delle procedure fallimentari

1,3 - Snellimento delle pratiche
Le aziende possono costituire la propria società con un capitale minimo di 10 kune (1,327 euro). È possibile aprire una nuova attività in un solo giorno ed in via totalmente telematica
Rating Mondo & Mercati: MEDIO

FISCO

In un anno un'impresa deve in media sottostare a 18 adempimenti di natura fiscale.
Tasse e contributi fiscali sul lavoro a carico delle imprese ammontano al 19,4% dei ricavi (22,1% la media in Europa orientale). La nuova legge entrata in vigore in ottobre allarga gli sgravi fiscali alle piccole e micro-imprese

20% - Sulle società
L'aliquota unica sui redditi d'impresa. Quela sulle persone fisiche va da un minimo del 12% per i redditi mensili fino a 300 euro a un massimo del 40% per quelli oltre i 1.200 euro mensiili
Rating Mondo & Mercati: MEDIO

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