Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 05 dicembre 2012 alle ore 06:44.

My24
Il business del cielo cresce oltreconfineIl business del cielo cresce oltreconfine

TORINO - Sviluppo italiano, lanciatore italiano, paracadute italiano. La capsula Ixv davanti a noi nello stabilimento Thales-Alenia Space di Torino è l'esempio lampante della forza e della vitalità della filiera nazionale dell'aerospazio, che in Piemonte e Lombardia sviluppa quasi la metà del giro d'affari italiano.

Cifra rilevante, quasi sette miliardi di euro prodotti da 400 aziende in grado di dare lavoro a 27.500 addetti. Una filiera trainata dai big nazionali dell'aerospazio, in gran parte legati a Finmeccanica come Agusta-Westland, Alenia-Aermacchi, Thales-Alenia Space (in joint venture con i francesi), Selex-Galileo o Avio (di cui Finmeccanica detiene il 14%).
Qui le dimensioni d'impresa non sono un optional, per accedere ai grandi progetti internazionali della difesa o dello spazio servono tecnologie d'avanguardia, sviluppabili solo da chi può permettersi ingenti e continui investimenti in ricerca. Visibili ad esempio nei laboratori e nelle camere pulite di Thales-Alenia Space di Torino, 30mila metri quadri che ospitano i gioielli della tecnologia nazionale in campo spaziale. «Vede – spiega il direttore ingegneria e programmi avanzati Piero Messidoro – questo più o meno vale 150 milioni». L'oggetto è un modulo da trasporto da dieci tonnellate, il quinto della serie diretto alla Stazione Spaziale Internazionale, progetto a cui Torino ha contribuito in modo massiccio realizzando tra l'altro più della metà dei moduli pressurizzati, numerosi moduli di trasporto e la capsula panoramica per manovrare il braccio robotico esterno.

In un altro laboratorio sono dislocati i prototipi per ExoMars, missione che dovrà portare su Marte tra 2016 e 2018 un orbiter, una sonda e un rover per l'esplorazione al suolo. «Per questo progetto – spiega il vicepresidente Luigi Maria Quaglino – ci sono almeno una sessantina di sub-fornitori, noi in generale fungiamo da capofila e tra i nostri obiettivi vi è anche quello di sviluppare un tessuto vitale di Pmi ad alta tecnologia». Un esempio è la laziale Aerosekur che aprirà una sede alle porte di Torino con una dozzina di ingegneri per seguire questo ed altri progetti. «Noi forniamo il paracadute supersonico per la sonda ExoMars – spiega il dirigente delle attività spaziali Luciano Battocchio – un oggetto che dovrà sostenere in fase di apertura un carico di quasi otto tonnellate. In prospettiva svilupperemo Airbag particolari per l'agenzia spaziale europea, scegliendo proprio in Piemonte alcuni fornitori cruciali per i sistemi di gonfiaggio e la lavorazione dei tessuti».

L'indotto
«Sembra semplice, ma qui dentro ci sono sette chilometri di cablaggi e per farla impieghiamo cinque mesi». L'ingegner Elio Monforte, responsabile della produzione EFA, tocca l'ala sinistra, che insieme alla parte posteriore della fusoliera è il contributo principale del sito Alenia Aermacchi di Caselle all'Eurofighter Typhoon, velivolo multiruolo che rappresenta il principale programma di collaborazione industriale nella storia d'Europa. Qui si integrano anche alcuni sistemi di bordo e il sistema propulsivo ma il sito è anche responsabile dell'assemblaggio finale di tutti i velivoli destinati all'Aeronautica Militare e ai clienti esteri per i Paesi di competenza. In un hangar contiguo nasce invece il C27J, aereo da trasporto prodotto integralmente in Italia, con 85mila ore di manodopera diretta per ciascun modello e milioni di euro in gioco per i fornitori locali. Ogni commessa è certo un valore per l'azienda, ma anche e soprattutto per l'indotto di Pmi che vi ruota intorno: tra Piemonte e Lombardia Alenia Aermacchi mobilita infatti 71 fornitori e quasi 8mila addetti. Tra questi vi è la milanese Aerea, 30 milioni di ricavi nei sistemi di rilascio, per il 70% venduti a clienti internazionali, in gran parte negli Stati Uniti. L'azienda, nata nel 1927, si è sviluppata fino ad arrivare a 114 addetti e ora continua a investire, anche se rispetto al panorama internazionale lamenta crescenti difficoltà in Italia.

«A Milano non ci stiamo più – spiega l'amministratore delegato Silvano Mantovani – ma per riuscire a realizzare il nuovo sito di Turate abbiamo impiegato otto anni, con ostacoli infiniti per le autorizzazioni e la burocrazia. Pensi che il Governatore della West Virginia invece quasi ci regalava il terreno...». Altro esempio di piccola azienda trainata dai colossi del settore è la Merletti Aerospace di Arsago Seprio, in provincia di Varese, specializzata nella lavorazioni meccaniche di precisione. L'export è limitato al 10% dei ricavi, stimati a fine anno al record storico di 3,5 milioni e la presenza sul territorio dei produttori di elicotteri e aerei è stata determinante per lo sviluppo dell'attività. «Senza Agusta Westland e Alenia Aermacchi – spiega Sabrina Merletti – avremmo fatto sicuramente altro, sono determinanti non solo per le commesse dirette ma anche per lo sviluppo manageriale. Con Agusta Westland ad esempio le commesse sono gestite solo in digital manufacturing, procedura complessa che però ci apre le porte anche ad altri clienti e ci garantisce maggiore visibilità sul mercato». Nell'impianto aziendale, che occupa 26 addetti, vediamo supporti motore per Airbus, particolari di alberi di trasmissione per elicottero, di prese motori per caccia, tutti componenti critici di "classe 1", cioè pronti per volare, dove le tolleranze sono di pochi micron e i materiali da lavorare sono tra i più complessi, come titanio o inconel, una lega di nichel e cromo. Per Merletti sono una ventina i fornitori locali e la stessa azienda a sua volta rifornisce direttamente i big ma anche altre aziende del territorio che poi vendono componenti alle imprese maggiori. È il caso di Secondo Mona, 240 addetti e 35 milioni di ricavi in equipaggiamenti e sistemi di bordo, come alimentazione e distribuzione del carburante.

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi