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Questo articolo è stato pubblicato il 06 dicembre 2012 alle ore 10:10.

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Troppi galletti nel pollaio. La federazione francese di rugby e il Consorzio del vino Chianti classico sono finiti dinanzi al Tribunale Ue. Il motivo? La disfida del galletto. La federazione francese, infatti, nel 2007 ha proposto all'ufficio marchi, disegni e modelli di Bruxelles (Uami) di registrare un logo che raffigura il gallo nazionale per utilizzarlo però non su magliette o palle ovali ma per vendere bevande alcoliche. «L'effigie di un galletto per vendere bevande in un paese come la Francia finirà di certo su bottiglie di vino» devono aver pensato al Consorzio del Chianti classico che si è subito opposto alla registrazione del brand francese.

Nessuna confusione anche se i loghi sono molto simili
Il Chianti classico rappresenta l'area storica di produzione (tra Siena e Firenze) del celebre vino toscano e proprio per distinguersi dai cugini del Chianti Docg (prodotto invece in una zona allargata) utilizza fin dalla costituzione del Consorzio nel 1924 il marchio del Gallo nero riproducendo una formella del Vasari riportata anche a Firenze, a Palazzo Vecchio, nel soffitto della «Sala dei Cinquecento».
L'ufficio di Bruxelles ha però respinto l'opposizione del Consorzio e i rilievi che ne erano alla base dietro l'affermazione che «fra i due prodotti non esiste rischio di confusione». È vero che il simbolo è uguale – hanno detto gli esperti Ue – ma sul piano fonetico e verbale e considerata anche la diversità delle lingue, il rischio di confusione non esiste.

Un nuovo ricorso italiano
I produttori italiani però non si sono dati per vinti. E hanno proposto un ricorso al Tribunale Ue per far annullare la decisione della Commissione Uami. E i magistrati comunitari pur confermando che il rischio di confusione è minimo, tuttavia, hanno rilevato come la precedente decisione della Commissione sia stata parziale. E non ha preso in considerazione il rischio che il nuovo marchio (francese) tragga indebito profitto dalla notorietà del marchio anteriore (italiano). E per questo hanno rinviato la decisione alla stessa Commissione per un nuovo più approfondito pronunciamento. I produttori italiani - attraverso il direttore del Consorzio del Chianti classico, Giuseppe Liberatore - esprimono soddisfazione per una prima, parziale vittoria. E ai galletti non resta che attendere il prossimo round cercando di evitare, nella dura vita del pollaio, di beccarsi.

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