Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 11 dicembre 2012 alle ore 10:56.

L'altra Cina del food made in Italy (Corbis)L'altra Cina del food made in Italy (Corbis)

«I mercati Asean sono tra i più promettenti, con una dinamicità pari a quella cinese ma con una popolazione che li rende ancora più interessanti. A trainare la domanda sono pasta, olio d'oliva, conserve, vino, condimenti come l'aceto balsamico, formaggi, cereali, caffè», nota Roberto Lovato, dirigente dell'area Agroalimentare dell'Ice, al lavoro sia per portare qui operatori asiatici sia per supportare le nostre aziende in tutte le manifestazioni più significative. Come Thaifex a Bangkok, la fiera clou del Far East per l'industria alimentare italiana perché nell'evento del 22-26 maggio 2013 prenderà forma la più grande collettiva di imprese italiane del settore in Asia, grazie alla partnership tra Cibus-Fiere di Parma e Anuga-Köln Messe. «Il focus Asean organizzato a Parma – spiega Antonio Cellie, ceo di Fiere di Parma, che divide al 50% con Federalimentare la proprietà del marchio Cibus - è una tappa fondamentale di avvicinamento al Thaifex, ma altre tappe scandiranno il tempo fino all'edizione 2014 di Cibus, come Prodexpo a Mosca in febbraio, Foodex a Tokyo in marzo, Fispal in Brasile a giugno, Fancy Food a New York in luglio e a FHC a Shanghai a novembre».

Nel Sud-Est asiatico la contraffazione che sfrutta l'italian sounding praticamente non esiste, trattandosi di prodotti ancora poco radicati nei consumi locali. Restano le difficoltà tra barriere doganali, usanze religiose e scarsa conoscenza della qualità del made in Italy a tavola, con cui anche un colosso come Citterio si sta misurando. «Per conquistare i mercati asiatici con prosciutti di Parma e San Daniele occorreranno decenni, perché serve un'evoluzione culturale che è ancora confinata nelle metropoli occidentalizzate e perché a essere ricercata dai nuovi ricchi è l'italianità che si può esibire come la Ferrari o la griffe del capo di moda, meno quella che si apprezza nel privato», spiega Alfredo Luchenbach, export commercial manager del salumificio milanese, un fatturato che quest'anno sfiorerà il miliardo, metà realizzato oltreconfine. «Oggi il Far East vale un 10% del nostro export – conclude – ma è una scommessa vincente, anche se costosa. Vogliamo essere pionieri».

L'ATTRATTIVITÀ DELL'AREA

SINGAPORE
La crescita dell'export italiano di settore a Singapore nel primo semestre del 2012 ha raggiunto il +19,7%. Anche su questo mercato primeggia il comparto enologico (7,7 mln di euro), seguito dal lattiero-caseario. È il primo mercato dell'Asean per l'Italia

25% - Sempre più presenti
La quota di buyer asiatici che ha partecipato all'edizione 2012 di Cibus a Parma

THAILANDIA
Il trend attuale fa stimare che, a consuntivo 2012, l'export alimentare italiano verso la Thailandia sarà intorno ai 60 milioni di euro, con un incremento del 31,1% nei primi sei mesi dell'anno. Al primo posto il vino, seguito da olio e prodotti dolciari

390% - Barriere alte
L'imposizione complessiva (dazi, accise, Iva e altre imposte) sulle importazioni di vino

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi