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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2013 alle ore 19:54.

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DAVOS - Soltanto il 36% dei Ceo nel mondo è "molto fiducioso" sulla crescita della propria società nei prossimi 12 mesi, come rivela la 16a Global Ceo Survey realizzata da PwC e diffusa in occasione dell'incontro annuale del World Economic Forum di Davos, che fotografa il livello di fiducia sullo sviluppo globale e del proprio business di 1.330 chief executive provenienti da oltre 68 paesi, di cui oltre 40 italiani, e il loro punto di vista sulle sfide del mercato di oggi.

Dato in calo rispetto al 40% che l'anno scorso si dichiarava "molto fiducioso" sulla crescita di breve periodo, e al 48% del 2011. Deficit di bilancio, regolamentazione eccessiva e sviluppo economico tra le preoccupazioni principali.

Quanto ai Ceo delle aziende italiane vedono un 2013 sostanzialmente allineato all'anno precedente e la fiducia sulle prospettive di crescita dei ricavi a 12 mesi (59%) e a 36 mesi (84%) è ai minimi rispetto agli ultimi 4 anni.

La stabilità dei mercati finanziari viene considerata un requisito essenziale per nuovi investimenti di sviluppo dal 74% dei Ceo, in tale ambito i Ceo italiani giudicano efficaci le azioni intraprese dal Governo Monti negli ultimi mesi ma trovano insoddisfacenti le politiche di supporto all'innovazione e alla riduzione della complessità normativa.

Le principali opportunità di sviluppo percepite dai Ceo italiani riguardano sia l'innovazione attraverso la creazione di nuovi prodotti e servizi (38%) sia lo sviluppo della presenza internazionale (21%) anche attraverso operazioni di natura straordinaria; scarso ottimismo sulle prospettive di crescita del mercato domestico.

Tra le principali minacce nei prossimi mesi l'incapacità di finanziare la crescita in relazione alle difficili condizioni del credito (52%), il costo dell'energia e delle materie prime (57%) e il rischio di un ulteriore aumento del carico fiscale (86%).

Circa l'80% dei Ceo italiani prevede cambiamenti nella strategia della propria società nei prossimi mesi, con un focus selettivo su poche ma ben analizzate priorità di cambiamento: miglioramento dell'efficienza operativa (60%) attraverso il right sizing della struttura industriale in Italia e all'estero, nuovi investimenti in tecnologia (43%) per rendere più efficace lo sforzo d'innovazione attraverso più mirate attività di Ricerca e Sviluppo (48%) e l'accrescimento della base clienti (45%) anche attraverso nuovi strumenti di marketing digitale.

Le parole d'ordine sono agilità e adattabilità del business model per competere in modo più efficace ed efficiente in scenari di business caratterizzati da "stabile instabilità".

Si evidenzia dalle risposte dei Ceo Italiani la necessità sia di crescita del settore manufatturiero italiano quale fonte primaria di investimenti in Ricerca e Sviluppo, sia la focalizzazione su nuovi progetti di crescita "intensiva" incentrati su innovazione di prodotto, processo e strumenti manageriali.

In Italia le attività di ristrutturazione condotte nell'ultimo anno e previste nei prossimi 12 mesi riguardano soprattutto attività di riduzione dei costi (circa 80%). L'agenda manageriale dei prossimi mesi sarà focalizzata su 6 action points: nuove attività e strutturazione della funzione di Risk Management; diversificazione dei partner operativi in tema supply chain; supporto ad una nuova cultura etica di business; analisi dell'impatto ambientale delle scelte strategiche; nuovi investimenti per la gestione della reputazione aziendale; reporting non finanziario collegato sopratutto al tema corporate social responsibility.

Ezio Bassi, Territory Senior Partner di PwC Italia, commenta: «I CEO Italiani stanno seriamente valutando la necessità di una profonda business transformation dei prodotti offerti ai clienti e dei processi industriali, attraverso lo sviluppo di modelli di business innovativi ad alto valore aggiunto. Per fare questo salto qualitativo occorre avere a bordo nuovi talenti manageriali ed una profonda visione del futuro da parte del top management. Come ha commentato un CEO intervistato, ora dobbiamo focalizzare i nostri sforzi sulle priorità strategiche e non tattiche per essere pronti ad accelerare quando il contesto lo permetterà».

Nicola Anzivino, Partner, PwC Strategy Group, aggiunge: "Visione, capacità di motivare e di innovare sono le tre caratteristiche fondamentali dei leader del futuro secondo l'opinione dei CEO intervistati. La velocità del processo decisionale e la riconsiderazione della customer segmentation sono gli elementi distintivi per competere efficacemente in mercati caratterizzati da elevata volatilità, incertezza, complessità e ambiguità di business. Insomma, abbiamo bisogno di leader che immaginino un nuovo futuro e che comprendano le nuove competenze distintive aziendali per eccellere nella competizione globale».

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