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Questo articolo è stato pubblicato il 22 gennaio 2013 alle ore 20:47.

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Stop alle coltivazioni Ogm in Europa. La decisione a sorpresa è arrivata oggi da Bruxelles dove la Commissione Ue ha fatto sapere che il blocco sarà mantenuto fino al termine del mandato nel 2014. «La Commissione – ha dichiarato Frederic Vincent, portavoce del commissario alla Salute, Tonio Borg – non intende proporre agli Stati membri di adottare nuove varietà di Ogm destinate alle colture in campo fino a quando non ci sarà una decisione del Consiglio Ue sulla proposta avanzata dall'esecutivo per regolamentare la coltura di Ogm in Europa».

Si scrive così un nuovo capitolo della telenovela biotech che ha visto in questi anni viaggiare i partner europei in ordine sparso. E in mancanza di una linea unitaria otto paesi (Francia, Lussemburgo, Austria, Germania, Polonia, Bulgaria, Grecia e Ungheria) hanno adottato clausole di salvaguardia per vietare le coltivazioni Ogm sui loro territori.

In 14 anni solo due via libera al Mon810 e alla patata Amflora
Anche se comunque queste coltivazioni restano una nicchia. In 14 anni sono state concesse solo due autorizzazioni, la patata Amflora, non destinata all'alimentazione. e il mais Mon 810 (la cui autorizzazione in scadenza non viene riconfermata) e gli ettari impegnati in colture Ogm non superano 100mila ettari in tutta Europa. Ben diversa la situazione mondiale dove le coltivazioni superano i 160 milioni di ettari con gli Stati Uniti in prima linea con 69 milioni , seguiti da Brasile (30,3 milioni) e Argentina (23,7 milioni).
Con la decisione annunciata dalla Commissione si spiana in Europa la strada alla moratoria. Il congelamento riguarda oltre al Mon810 altri 5 mais e una qualità di soia. Nessun blocco per la patata Amflora già autorizzata.

Prime mosse in Italia per la clausola di salvaguardia
In Italia i governi sono stati sempre spaccati tra favorevoli e contrari alle biotech, ora però dopo le pressanti richieste delle regioni quasi tutte «ogm free» l'amministrazione agricola ha avviato le procedure per inoltrare richiesta formale a Bruxelles. Ma la fase è ancora iniziale, è stata infatti avviata la raccolta delle informazioni scientifiche con il coinvolgimento del Cra (il centro di ricerca dell'agricoltura), per preparare così il dossier e supportare la richiesta alla Ue.

Soddisfatta la Coldiretti, da sempre paladina dell'Ogm free. L'organizzazione guidata da Sergio Marini giudica anche positivamente l'avvio delle procedure per attivare la clausola di salvaguardia «importante al fine di rimuovere qualsiasi dubbio e preoccupazione circa gli effetti pregiudizievoli che potrebbero discendere da un'eventuale e illecita semina di varietà Ogm» «Il ricorso a tale clausola - ricorda Marini - è già stato richiesto in più occasioni dalle amministrazioni regionali ed è uno strumento esercitato da alcuni Stati membri dell'Ue in relazione a nuove evidenze scientifiche che rilevano l'impatto degli Ogm anche su aspetti diversi da quelli economici».

Coldiretti: i consumatori non vogliono cibi Ogm
L'organizzazioni agricola sottolinea anche come i consumatori non gradiscano cibi Ogm:«da un'indagine Coldiretti-Swg relativa ad ottobre 2012 emerge che quasi sette italiani su dieci considerano oggi gli organismi geneticamente modificati meno salutari di quelli tradizionali: una motivazione in più che va a rafforzare l'esigenza di garantire l'agricoltura e il territorio da forme di inquinamento genetico e assicurare la competitività delle nostre produzioni tradizionali e di qualità».
Promozione piena anche dall'Aiab, l'associazione italiana agricoltura biologica, che la definisce un atto di responsabilità e fa pressing sul governo per adottare la clausola di salvaguardia.
La decisione di oggi contrasta poi con l'ultima sentenza in tema di biotech della Corte di Giustizia europea che qualche mese fa aveva bacchettato l'Italia per aver vietato la coltivazione di sementi Ogm autorizzate dalla Ue. Secondo la Corte l'Italia non poteva bloccare la coltivazione di mais Mon 810 facendosi scudo della mancanza di misure per garantire la coesistenza con varietà tradizionali e biologiche. La causa era partita nel 2008 da un ricorso della Pioneer Hi-Bred Ialia contro la decisione del ministero delle Politiche agricole di non autorizzare la coltivazione del Mon 810. Un punto a favore degli Ogm che oggi però viene annullato dalla decisa presa di posizione della Commissione Ue.

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