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Questo articolo è stato pubblicato il 14 febbraio 2013 alle ore 17:41.

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Italia non solo paese di santi, poeti e navigatori, ma anche consumatore di prodotti biologici. Con un giro d'affari complessivo, tra mercato interno ed estero, che ammonta a circa 3 miliardi di euro e che pone il Belpaese al quarto posto in Europa, alle spalle di Germania, Francia e Regno Unito, e al sesto nella graduatoria mondiale.

Risultati schiaccia-crisi in controtendenza
Prosegue il trend di crescita delle produzioni «bio». L'ultima rilevazione Ismea Gfk-Eurisko, riferita agli acquisti di prodotti nei punti vendita della grande distribuzione organizzata, indica infatti che nel 2012 la spesa è aumentata del 7,3%, dopo il +9% messo a segno l'anno precedente.

Un risultato scaccia-crisi e in controtendenza rispetto ai consumi alimentari convenzionali, con picchi di crescita addirittura a due cifre per alcuni segmenti produttivi. La voce «biscotti, dolciumi e snack» l'anno scorso ha fatto segnare +22,9%, le «bevande analcoliche» +16,5%, «pane, pasta e sostituti del pane» +8,9%, frutta e ortaggi +7,8%, i lattiero caseari +4,5 per cento. In leggera flessione invece le uova (-1,9%) che comunque continuano a rappresentare i prodotti bio più «gettonati» con il 13% della spesa complessiva. L'indagine Ismea rileva che la maggiore propensione al consumo di prodotti biologici avviene al Nord, dove si concentra il 70% delle vendite, seguito dall'Italia centrale con il 23% e dal Sud con il 7%, dove l'anno scorso gli acquisti sono diminuiti peraltro del 7,1 per cento. Per quanto riguarda i canali distributivi, l'istituto di ricerca segnala che la spesa nei discount ha fatto un balzo su base annua del 25,5%, negli iper e supermercati è cresciuta del 5,5 per cento.

Rapporto Bio Bank: consumi a rete in base a una nuova finanza etica
Che il settore sia in espansione grazie anche al suo sistema di distribuzione a rete lo conferma il Rapporto Bio Bank 2013. «Le reti – spiega il documento – avanzano con 900 Gruppi d'acquisto solidale (Gas) che vanno oltre la spesa alimentare, comperando insieme energia, acqua, tessile, telefonia. E che si inventano anche una nuova finanza etica che salva aziende biologiche, in crisi di liquidità, con significativi anticipi sugli acquisti». Il Rapporto Bio Bank, che dal 1993 si basa su censimenti diretti di migliaia di operatori, elaborando statistiche e trend di mercato pubblicati sull'annuario Tutto Bio e il portale www.biobank.it, nel 2012 ha rilevato 10.300 operatori in Italia. Di questi, 8.300 appartengono a otto tipologie: aziende con vendita diretta, gruppi d'acquisto, e-commerce, ristoranti, agriturismi, mense scolastiche, mercatini e negozi specializzati. In particolare, l'anno scorso Bio Bank ha rilevato sul territorio nazionale 2.795 spacci aziendali, con un incremento del 10% rispetto al 2011. Sono 130 le aziende che hanno aperto un sito di e-commerce (+20%), 234 i mercatini programmati per la vendita quest'anno (+10%), 891 i Gas (+3,5%), 1.270 i negozi specializzati (+5%), 1.541 gli agriturismi (+14%). Mentre i ristoranti con prodotti bio sono ormai 301, con una crescita significativa del 13%; e in questa tipologia spicca il boom delle gelaterie passate nell'ultimo anno da 25 a 45 (+80%). In crescita anche le mense scolastiche (+7%), arrivate a quota 1.196.

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