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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2013 alle ore 08:49.

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Un mercato in espansione
In Azerbaijan, Paese che nell'800 era ricco quasi come il Texas e che negli ultimi otto anni ha triplicato il Pil grazie alle scoperte offshore che hanno rilanciato la produzione di petrolio e di gas naturale, i soldi non mancano: 46 miliardi di riserve valutarie e 10 miliardi di surplus nel bilancio dello Stato, per una nazione con meno di 10 milioni di abitanti. Con ricadute che ormai coinvolgono anche una parte della popolazione locale: élites commerciali, alti funzionari, imprenditori legati allo Stato, e classe media. È gente che compra. Non siamo ancora su livelli paragonabili a Mosca e neanche ad Almaty o Astana (Kazakistan) ma l'Economist stima il mercato retail di Baku (che da sola vale la metà del totale azero) in 8 miliardi di dollari all'anno. E nei nuovi centri commerciali di Baku ci sono tutti i grandi nomi del made in Italy: Prada, Armani, Ferragamo, Zegna, Pollini, Max Mara, Geox, Corneliani, e così via.

Il boom delle costruzioni
La parte restante dei soldi viene spesa soprattutto per edificare. Senza badare a spese, come suggeriscono i tetti a nido d'ape e le superfici a specchio con riflessi rosa e azzurri delle tre "Flame Tower" che sovrastano Baku e i poliedri trasparenti del nuovo stadio (Baku Crystal Hall) da 25mila posti. I cartelli sui cantieri indicano chiaramente che a dominare il mercato delle costruzioni sono le grandi imprese turche. «Ma quando si arriva ai materiali di pregio, infissi e arredo di interni lo spazio si apre anche per il made in Italy. E si potrebbe fare molto di più nel settore contract», spiega Giulia Gullotti, addetta commerciale dell'ambasciata d'Italia.

I pionieri italiani
C'è chi si è mosso in tempo. Il Gruppo Guzzini ha realizzato l'illuminazione di alcuni tra i più importanti edifici della capitale (tra cui il Parlamento e lo Stadio Olimpico). L'arredo di edifici pubblici, alberghi e ville di lusso è anche il segmento su cui sta crescendo Unity Building & Design, una rete di imprese piemontesi guidate da Maligno Group, che sta aprendo una società a Baku e che, grazie anche al rapporto instaurato con il gruppo azero Aikon, si è aggiudicata la commessa per gli interni dell'Accademia diplomatica, del nuovo Museo del Tappeto e dell'Aliyev Cultural Center (auditorium, sale conferenze, museo) un edificio dalle forme sinuose progettato da Zaha Hadid. «Il nostro - spiega Andrea Maligno - è un approccio sartoriale. Forniamo i progetti chiavi in mano e gestiamo direttamente con i nostri operai tutte le fasi dell'installazione». Infine, può sembrare incredibile, ma "Made in Toscana" sono anche buona parte dei pini, delle palme e del nuovo verde pubblico che costeggia i viali dei quartieri chic di Baku. Disimballati e ripiantati qui, dopo un viaggio di quasi 4mila chilometri. «Lavoriamo da anni con la Turchia ed è stato un costruttore di questo Paese a coinvolgerci nelle forniture» spiega Vannino Vannucci, titolare di Vannucci Piante e presidente del Consorzio florivivaistico di Pistoia.

I progetti nei trasporti
E poi ci sono le infrastrutture: anche in questo caso, con un'ambiziosa lista di progetti "strategici" in parte già avviati. Sono la realizzazione a sud di Baku del più grande porto sulla costa occidentale del Caspio, con hub logistico annesso per i collegamenti tra Asia Centrale ed Europa. Il nuovo collegamento ferroviario con la Turchia attraverso la Georgia (Kars, Tbilisi, Baku) con l'ampliamento delle linee esistenti e la costruzione di nuove tratte che dovrebbero portare la capacità di trasporto attuale inizialmente a 6,5 milioni di tonnellate e successivamente a 17 milioni. L'estensione della rete metropolitana di Baku con l'aggiunta di 70 nuove stazione nei prossimi 27 anni. E l'ampliamento (ormai quasi completato) dell'aeroporto della capitale.

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