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Questo articolo è stato pubblicato il 17 aprile 2013 alle ore 10:37.

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Aumenta la spesa pensionistica. Nel 2011 la spesa complessiva per le prestazioni pensionistiche ha raggiunto quota 265.963 milioni di euro, in crescita del 2,9% sul 2010, anche l'incidenza sul Pil è cresciuta dello 0,2% toccando il 16,85% (contro il 16,66% del 2010).

Le pensioni di vecchiaia pesano per il 71,6%
I dati Istat che ovviamente non tengono conto degli effetti della riforma previdenziale scattata dal 1° gennaio 2012, evidenziano come il grosso sia rappresentato dalle pensioni di vecchiaia che da sole assorbono il 71,6% della spesa pensionistica totale, seguono i trattamenti ai superstiti (14,7%), di invalidità (4,2%), le pensioni assistenziali (7,9%) e le indennitarie (1,7%). Il numero di pensionati è di poco inferiore a 16,7 milioni, circa 38 mila in meno rispetto al 2010 (-0,2%); in media ognuno di essi percepisce 15.957 euro all'anno (tenendo conto che, in alcuni casi, uno stesso pensionato può avere più di una pensione), 486 euro in più del 2010.

Alle donne il 70% del trattamento degli uomini
Anche se le donne rappresentano la quota maggioritaria (il 52,9%), sono penalizzate rispetto agli uomini che percepiscono il 56,1% dei redditi pensionistici. L'importo medio dei trattamenti percepiti dalle donne, infatti, è pari al 70% circa di quello degli uomini (13.228 euro contro 19.022 euro). Oltre la metà delle donne (53,4%) riceve meno di mille euro al mese, a fronte di circa un terzo (33,6%) degli uomini. Circa quattro pensionati su dieci ricevono meno di 1.000 euro al mese: più in particolare il 13,3% dei pensionati riceve meno di 500 euro al mese, il 30,8% tra i 500 e i 1.000 euro, il 23,1% tra i 1.000 e i 1.500 euro e il restante 32,8% percepisce un importo superiore ai 1.500 euro.

Un terzo dei pensionati percepisce più di una pensione
Il 67,4% dei pensionati ha una sola pensione, mentre circa un terzo ne percepisce due o più: risultato in media ogni pensionato percepisce 1,4 pensioni. Le prestazioni pensionistiche sono 23,7 milioni. Quasi 7 pensioni su 10 sono sotto i mille euro: il 34,2% delle pensioni è di importo inferiore a 500 euro, la stessa quota (34,2%) è tra i 500 e i mille euro, il 13,6% tra 1.000 e 1.500 euro, mentre il 18% supera i 1.500 euro mensili. L'importo medio annuo delle pensioni è di 11.229 euro, 352 euro in più rispetto al 2010 (+3,2%).

Al Sud 82 pensionati ogni 100 occupati
Quanto alla distribuzione geografica, il 47,9% è erogato al Nord, il 20,5% nelle regioni del Centro e il restante 31,6% nel Mezzogiorno. In rapporto alla popolazione il numero di pensionati residenti nelle regioni settentrionali è di 254 per mille abitanti, supera sia il dato medio nazionale (249), sia quello riferito alle regioni del Centro (246), che del Sud (245). L'Istat rapporta il numero dei pensionati alla popolazione occupata, mettendo in luce che nel 2011 in Italia ci sono 71 pensionati ogni 100 occupati, ma nel Mezzogiorno il rapporto sale a 82 pensionati ogni 100 occupati, mentre è più contenuto nelle regioni settentrionali (66 a 100).

Sette pensionati su 10 sono over 64enni
Il 27,8% dei pensionati ha meno di 65 anni, il 49,2% ha un'età compresa tra 65 e 79 anni, il 23% ne ha più di 80. Per le pensioni di vecchia il 22,1% ha tra i 40 e i 64 anni di età.

Sindacati: rivalutare le pensioni
«La condizione dei pensionati purtroppo é destinata apeggiorare ulteriormente perché su di loro pesano il fortissimo prelievo fiscale e l'iniquo blocco della rivalutazione annuale delle pensioni introdotto con la riforma Fornero» dichiara la leader dello Spi-Cgil Carla Cantone che considera «impensabile che si continui a bloccare la rivalutazione annuale» delle pensioni. Sulla stessa lunghezza Domenico Proietti (Uil): «Il fatto che quasi un pensionato su due sia sotto i mille euro dimostra come il vero tema sia quello di rivalutare le pensioni», sostiene, la crescita della spesa previdenziale é «solo apparente» poiché «in realtà, la spesa previdenziale pura é diminuita ma in Italia si continua a non separarla da quella assistenziale».

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