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Questo articolo è stato pubblicato il 28 aprile 2013 alle ore 08:16.

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Si può trovare in una storia di impresa, in un microcosmo, indicazioni macro che rimandano alle lunghe derive dei balzi e delle discontinuità del capitalismo che si evolve e si fa infinito anche quando sembra finito? Teoricamente la risposta è si. Essendo che il capitalismo è crisi, è metamorfosi nella crisi. Così come si può trovare in una storia micro la green economy che fa impresa incorporando il paradigma del limite come volano produttivo e commerciale. Osservando, sempre in teoria, che il nuovo paradigma produttivo non sarà se non in simbiosi con una green society in divenire.
Ho trovato risposte concrete nella storia dei Margaritelli, quelli del listone Giordano. Un'impresa della filiera del legno, mille addetti tra Perugia e la Borgogna, con anche 600 punti vendita per commercializzare comunicando stili dell'abitare e del vivere. Partiamo dalle lunghe derive e dalle crisi come metamorfosi. Parole pesanti per il fondatore, un fabbro ferraio che nel 1870 produce utensili per la silvicultura nella verde Umbria.
Dagli attrezzi per i boscaioli si passa all'uso della foresta e nel 1904 si produce e commercializza legna e carbone. La prima per il contado e il secondo per le case dei cittadini a Perugia e a Roma che crescono. Ciclo lungo interrotto dalle cesure energetiche. Petrolio in primis, che cambia la società, fa sparire il mercato, altro che legna e carbone. Crisi e metamorfosi del legno.
I tre figli del carbonaio evoluto affrontano il declino del prodotto e aprono il nuovo ciclo produttivo basato sulle traversine in legno che tengono assieme le convergenze parallele dei binari delle ferrovie che innervano il paese. I binari corrono e il mercato tira. Si va in Francia, paese con una politica attiva della forestazione, si acquisiscono foreste di querce e rovere in Borgogna e si realizza una grande segheria per la prima lavorazione.
Sembrerebbe tutto risolto: si è leader di mercato in un settore protetto. Ma, il capitalismo è discontinuità: arriva il cemento che sostituisce le traversine in legno. Pare proprio finita un'epoca. È passato un secolo dal fabbro ferraio al ciclo del petrolio e del cemento. Il legno pare proprio obsoleto nella competizione industriale. Invece ecco la metamorfosi dei nipoti che, continuando in un'eredità imprenditoriale riuscita, si inventano negli anni 80 con la ricerca sui materiali del tecnologo Guglielmo Giordano il pavimento in legno detto listone.
Tornando così alla casa, all'abitare. Riconquistato il mercato con un prodotto leader mantengono, innovandolo, il settore ferroviario con componenti tecnologicamente avanzate per le traversine dell'alta velocità e si allargano alla costruzione di pianali in legno speciale per i rimorchi dell'autotrasporto.

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