Storia dell'articolo
Chiudi

Questo articolo è stato pubblicato il 28 maggio 2013 alle ore 06:47.
L'ultima modifica è del 28 maggio 2013 alle ore 18:05.

My24
(Olycom)(Olycom)

«Flessibilità in ingresso per i giovani di Varese»

Dal nostro inviato Marco Morino
BUSTO ARSIZIO - «Ripartire si può, tutti insieme: noi, come imprenditori, siamo i primi a doverci mettere in gioco, impegnandoci a investire, innovare, internazionalizzare. E lo vogliamo fare insieme a voi, cioè insieme al territorio dove le nostre imprese vivono e lavorano».

Giovanni Brugnoli, presidente degli industriali della provincia di Varese, dà voce alla voglia di riscatto di migliaia di imprenditori che formano il cuore pulsante del Nord laborioso e ad alta vocazione manifatturiera. Brugnoli parla all'assemblea annuale dell'Univa (l'associazione degli imprenditori di Varese e provincia), ospitata dal centro congressi MalpensaFiere di Busto Arsizio e propone un patto imprese-territorio «per crescere insieme», cercando quelle alleanze che su base locale sono più facili e naturali. Brugnoli indica nei sindacati locali, nella scuola, nella politica locale (Regioni, Comuni), nel sistema bancario del territorio e nella famiglie i naturali interlocutori delle imprese. Ad ascoltarlo, tra le numerose autorità presenti, ci sono il presidente di Confindustria Giorgio Squinzi, e il vicepresidente della Fondazione Edison, Marco Fortis, che al termine della relazione saliranno sul palco per un faccia a faccia moderato dallo stesso Brugnoli.

«Dai territori – dice il presidente dell'Univa – ci aspettiamo che facciano bene ciò che compete loro e che si rendano più ospitali per le imprese». L'Univa chiede territori stimolanti per i nuovi investimenti, snelli nel valutare le necessità delle imprese e aperti a ragionare su tutte le opere infrastrutturali necessarie per modernizzare il contesto: strade, ferrovie, collegamenti in fibra ottica, impianti di smaltimento dei rifiuti e di depurazione. «Il territorio – chiarisce Brugnoli – deve interrogarsi su cosa fare per rendersi attrattivo nei confronti delle imprese e anche su come confrontarsi con i territori al di là del confine». Il riferimento è alla Svizzera e al Canton Ticino dove, rammenta il presidente di Confindustria Squinzi, «per ottenere una valutazione di impatto ambientale bastano 60 giorni, mentre in Italia ci vogliono tre anni». Ai sindacati locali Brugnoli chiede di rimettere in moto il lavoro in una provincia che ha visto triplicare il tasso di disoccupazione in pochi anni, con punte che salgono al 25% nella fascia tra i 15 e i 24 anni. «Dobbiamo tornare a progettare, senza paura di sperimentare, relazioni e strumenti nuovi, almeno sul territorio: strumenti anche transitori – nota Brugnoli – per superare una fase eccezionale». Per i giovani l'Univa propone di realizzare forme di flessibilità temporanea degli ingressi, almeno sino alla ripresa, «perchè è meglio un'occupazione, anche transitoria, piuttosto che nessuna occupazione. Perché il lavoro aiuta a costruire l'immagine di sé».

«Da questa assemblea – commenta l'imprenditore tessile, Marino Vago – affiora tutto l'orgoglio di un territorio dove è nata l'industria italiana e che non vuole piegarsi alla crisi. Spero che la forza d'animo che oggi gli imprenditori di Varese hanno manifestato abbia la meglio sullo scoramento generale e sia di incitamento ed esempio per tutti. Il momento è difficile, ne siamo conosci, ma possediamo i valori e le capacità per uscirne. La voglia di fare – continua Vago – non ci è mai mancata: è la nostra forza. Però non possiamo fare tutto da soli, dobbiamo lavorare in un ambiente favorevole. Bene ha fatto il nostro presidente a lanciare un forte appello al territorio per crescere insieme». Varese è la culla dell'industria: la densità di imprese manifatturiere in provincia di Varese è di 8,2 per chilometro quadrato, contro 4,3 a livello regionale e 1,7 a livello nazionale. Tra queste ci sono le Fonderie Casati, che investono anche in tempi di crisi e lo fanno sul territorio. «Stiamo progettando di raddoppiare la capacità produttiva dei nostri due stabilimenti – spiega Gianluigi Casati – e vogliamo rimanere in ambito provinciale, senza delocalizzare, perché il nostro è un territorio ricco di eccellenze. Noi lavoriamo per l'industria europea dell'auto e resistiamo grazie alle capacità tecnologiche e alla velocità di risposta ai bisogni del cliente. Ma sono qualità che accomunano moltissime Pmi italiane, per questo dobbiamo avere fiducia in noi stessi e nella possibilità di ripartire». «La sensazione – incalza Michela Graglia, presidente della Liuc di Castellanza - è che il lamento e la depressione stiamo lasciando il posto al riscatto e alla voglia di fare. C'è la volontà da parte di tutti gli imprenditori di andare avanti. Se il territorio ci sostiene, ce la faremo».

Ultimi di sezione

Shopping24

Dai nostri archivi