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Questo articolo è stato pubblicato il 05 giugno 2013 alle ore 16:37.

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Ue-Cina, la commissione nega azioni di dumping o sussidi al vino europeoUe-Cina, la commissione nega azioni di dumping o sussidi al vino europeoUe-Cina, la commissione nega azioni di dumping o sussidi al vino europeoUe-Cina, la commissione nega azioni di dumping o sussidi al vino europeoUe-Cina, la commissione nega azioni di dumping o sussidi al vino europeoUe-Cina, la commissione nega azioni di dumping o sussidi al vino europeo

«Bruxelles non sovvenziona in alcun modo le esportazioni di vino europeo. La Cina è titolata ad iniziare un'indagine come ogni membro del Wto, anche se noi riteniamo che non ci siano azioni di dumping nè sussidi al vino europeo». La Commissione Ue, attraverso uno dei suoi portavoce ha respinto in maniera ferma le accuse di misure antidumping rivolte dalla Cina e che sono alla base della decisione di Pechino di inasprire i dazi sull'import di vino dall'Europa. Una decisione che nelle ultime ore ha provocato anche una dura presa di posizione del presidente francese, Francois Hollande che ha chiesto una riunione a 27 per mostrare «solidarietà» sui negoziati commerciali con la Cina.

La battaglia contrappone pannelli solari cinesi e vino Ue
La precisazione Ue giunge in risposta alla minaccia cinese di introdurre un giro di vite sui dazi all'import di vino proveniente dall'Europa. Una misura che era arrivata all'indomani dell'annuncio formulato dalla stessa Commissione – attraverso il Commissario Ue al Commercio, Karel De Gucht – di innalzare a partire dal prossimo 6 agosto, i dazi sui pannelli solari cinesi dall'attuale 11,8% al 47,6 per cento.

La rappresaglia invocata dai produttori di vino cinesi
Contro questa proposta nei giorni scorsi è insorta la Chinese Alcoholic Drinks Association, l'associazione dei produttori di vino e alcolici, che ha richiesto di incrementare in breve tempo le imposizioni fiscali sulle importazioni di vino dall'Europa. I produttori cinesi infatti già da tempo lamentano che i vini europei stanno invadendo la Cina a prezzi molto bassi favoriti da un'ondata di sussidi messi a disposizione da Bruxelles.

Ma Bruxelles respinge le accuse di dumping
Accuse però rinviate al mittente da parte di Bruxelles che invece chiarito come «in Europa non sia in vigore alcun aiuto all'export di vino». Più probabilmente infatti le critiche che provengono dal Sol Levante riguardano i sussidi europei alla promozione del vino sui mercati extracomunitari. «Ma in tal caso – spiegano al ministero per le Politiche agricole – si tratterebbe di un'accusa impropria, perché i cofinanziamenti alle azioni promozionali sono cosa molto diversa dagli aiuti all'export tout court e prima della loro introduzione - con la riforma dell'Organizzazione comune di mercato del vino del 2008 - furono a lungo negoziati e concordati in sede Wto che ne riconobbe la natura non distorsiva».

Lo scenario resta preoccupante
La minaccia cinese non ha tardato a provocare molte reazioni in Italia a partire dalle critiche delle principali organizzazioni agricole, dalla Confagricoltura alla Coldiretti, dalla Cia a Copagri. D'altro canto la Cina in un trend di consumi stabili o in calo nei paesi tradizionali rappresenta la principale chance internazionale di sviluppo per il vino europeo e italiano in particolare. Basti pensare che nel corso del 2012 gli acquisti di vino da parte di Pechino sono cresciute dell'8% raggiungendo il valore di 3,4 milioni di ettolitri. Un trend che si è consolidato nel corso dei primi mesi del 2013 quando ben il 58,7% delle importazioni cinesi di vino è arrivato dall'Europa.

Si punta anche a tutelare la produzione made in China
Un flusso di acquisti che però sta crescendo di pari passo con la produzione interna. La Cina, si calcola infatti, che abbia già a disposizione un vigneto di circa 500mila ettari, una dimensione di poco inferiore a quella del vigneto–Italia. Ed è anche per effetto di questo rafforzamento della produzione interna che in Cina si punta a non lasciare troppo mercato al prodotto di importazione.

Uno dei pochi paesi che vede consumi in crescita
D'altro canto secondo i dati dell'Organisation internationale de la vigne et du vin (Oiv) nel corso del 2012 a fronte di un calo generalizzato dei consumi registrato in tutti i principali paesi produttori (dall'Italia alla Spagna anche se con l'unica eccezione della Francia) in Cina gli acquisti di vino sono aumentati di ben il 9% raggiungendo il nuovo record di 18 milioni di ettolitri. Altro dato che non risulta molto lontano dai 20 milioni di ettolitri che rappresentano il volume di consumi di vino in Italia.

Preoccupati i vignerons francesi
Fra i più preoccupati per un eventuale inasprimento tariffario cinese sono ovviamente i produttori francesi che da anni sono il principale fornitore di Pechino con una quota di mercato superiore al 50% (l'Italia per intenderci si colloca poco sopra il 5% del mercato). «Si tratta di minacce fastidiose ma che vanno prese sul serio – ha detto il presidente del sindacato dei commercianti di vini di Bordeaux, Allan Sichel –. La Cina è un mercato in crescita e non possiamo permetterci di perdere le posizioni raggiunte negli anni e compromettere questo trend di sviluppo».

Da Pechino arriva però un invito al dialogo
«Il Governo cinese – ha detto il portavoce del ministero degli Esteri di Pechino, Hong Lei – si è impegnato a risolvere il problema con la massima sincerità attraverso il dialogo e la consultazione». Lei ha infine ribadito l'inizio dell'indagine cinese sul vino europeo (volta a sottolineare l'esistenza di eventuali misure antidumping) sperando che al tempo stesso l'Europa si astenga da «misure protezionistiche che risulterebbero dannose per entrambe le parti».

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