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Questo articolo è stato pubblicato il 16 giugno 2013 alle ore 15:24.

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Imprese, con le donne al vertice i profitti schizzano del 18% - L'hi-tech parla già al femminile

Consiglieri d'amministrazione o amministratori delegati donne non migliorano necessariamente la performance delle imprese familiari, ma quando un'amministratrice delegata può interagire con altre donne nel consiglio di amministrazione, si crea un'alchimia che porta a incrementi dei profitti che possono raggiungere il 18%. A rilevarlo è uno studio "Gender Interactions within the Family Firm" condotto dal team di economisti Alessandro Minichilli e Mario Daniele Amore dell'Università Bocconi e Orsola Garofalo dell'Universitat Autonoma de Barcelona, che sarà pubblicato su Management Science.

"Quando l'amministratore delegato è donna, le imprese con un consiglio di amministrazione a prevalenza femminile registrano in media un incremento dei profitti del 18%" rilevano gli economisti (mentre un aumento della presenza femminile dal 25° al 75° percentile si traduce in una crescita dei profitti del 12%). Minichilli, Amore e Garofalo avanzano due possibili spiegazioni. "Primo, la presenza di consiglieri donne può far crescere l'autostima delle amministratrici delegate, in un ambito come quello della leadership aziendale, che è considerato tipicamente maschile. Secondo - sottolineano i due esperti della Bocconi - la cultura aziendale più attenta alle specificità femminili che deriva da una maggiore presenza delle donne nel consiglio di amministrazione può incoraggiare la cooperazione e lo scambio di informazioni al più alto livello, migliorando così la qualità della consulenza fornita dal consiglio di amministrazione".

E Buffett dà ragione allo studio
Un inno alle donne. È quello che il miliardario Warren Buffett, una delle persone più ricche e influenti al mondo, ha fatto nel corso di un'intervista alla Cnn. "Non utlizzare il loro talento è un grande errore", ha quasi ammonito l'Oracolo di Omaha (come viene soprannominato) dall'alto dei suoi 82 anni. Per Buffett è uno scandalo che nella lista di Fortune 500 sui Ceo più potenti le donne rappresentino ancora una quota irrisoria, poco più del 4%. "Eppure - afferma - un aumento della loro presenza gioverebbe a tutti". Lo sa bene lui, che tra i suoi vice ai vertici del colosso Berkshire Hathaway ha una giovane di 28 anni, Tracy Britt, assunta solo quattro anni fa quando era fresca di laurea alla Harward Business School. Ora è diventata la donna più potente dell'impero del magnate di Omaha.

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