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Questo articolo è stato pubblicato il 21 giugno 2013 alle ore 08:51.
L'ultima modifica è del 21 giugno 2013 alle ore 11:54.

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Il tratto che accomuna le due procedure comunicate ieri dall'Ue all'Italia sta tutto nella perdurante inadempienza del Belpaese a far rispettare sollecitazioni, indicazioni e disposizioni stringenti e soprattutto "stagionate" nel tempo. Nei due dispositivi emessi ieri, l'Europa non fa più sconti all'Italia. Perché, evidentemente, visti i lunghi anni passati senza che si adottassero i necessari provvedimenti per recuperare, da un lato, le risorse pubbliche indebitamente impiegate per pagare le multe per l'eccesso di quote latte prodotte essenzialmente dagli allevatori del Nord, e, dall'altro, nell'elaborazione di un efficace piano di gestione dei rifiuti in Campania, adesso non è più disposta a mediare.

Ecco allora che, dopo decine di warning, l'Ue ha deciso la sanzione milionaria per la ventennale situazione di ingovernabilità della gestione dei rifiuti solidi urbani a Napoli e dintorni. E l'apertura di una infrazione per il recupero di 1,4 miliardi di fondi pubblici – impiegati per pagare le multe per lo sforamento delle quote latte dal 1995 al 2009 – «mal utilizzati, illegali», perché «degli italiani, per gli italiani e non per la Ue».

Ora ci si aspetta un colpo di reni italiano. Il recupero di credibilità in sede internazionale in cui si è impegnato il Paese per ottenere maggiore capacità di manovra su partite molto complesse - un recupero di credibilità che ha portato di recente alla chiusura della procedura d'infrazione per lo sforamento del deficit - non merita di essere vanificato o rimesso in discussione per simili "inadempienze". Si proceda dunque, e realmente con celerità, ad approvare un piano che sia degno di tal nome per l'ordinaria e normale gestione del trattamento dei rifiuti in Campania. E, bando a ragioni di consenso elettorale, al recupero di quei fondi mal impiegati che poi - in tempo di ristrettezze di bilancio pubblico - magari potranno essere reimpiegate a garantire parte della copertura finanziaria di una di quelle misure che quotidianamente affollano l'agenda (e le dichiarazioni) dei nostri rappresentanti politici.

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