Storia dell'articolo
Chiudi
Questo articolo è stato pubblicato il 01 luglio 2013 alle ore 15:35.

I sindacati: in settimana le lettere di licenziamento
«Le lettere di licenziamento per i 1.726 esuberi partiranno entro questa settimana», precisa in una nota il segretario generale della Filca Cisl di Puglia, Crescenzio Gallo, a conclusione della presentazione del Piano industriale Natuzzi che si è tenuta oggi a Roma.
«È stato il consulente per la riorganizzazione del gruppo Natuzzi, Domenico Massaro - spiega Gallo - ad annunciare che l'azienda potrà essere competitiva nei prossimi 5 anni solo a condizione che si proceda ai licenziamenti».
L'azienda, secondo la Filca Cisl di Puglia, «non ha fatto alcun accenno all'Accordo di programma Murgia, che oltretutto prevede risorse per ben 101 milioni di euro». La Filca chiederà subito un incontro alla Regione Puglia perché possa partire il progetto "Distretto della casa" che attraverso un coordinamento delle istituzioni locali e nazionali possa rilanciare il comparto del mobile imbottito, riqualificando e rioccupando, all'interno dell'Accordo di programma gli oltre 5mila esuberi che attualmente insistono nel distretto murgiano. La Filca Cisl di Puglia annuncia che da domani, presso le sedi di produzione della Natuzzi, si svolgeranno assemblee dei lavoratori e sarà allestito un presidio permanente davanti i cancelli dell'azienda a Santeramo.
I sindacati: ci opporremo al piano
«Il Piano industriale annunciato dal gruppo Natuzzi, con il "sacrificio" di ben 1.726 unità, delle quali 1.580 nella produzione e 146 negli uffici, è semplicemente vergognoso. Far ricadere solo sui lavoratori le conseguenze di una gestione aziendale a dir poco fallimentare é profondamente sbagliato e ingiusto. Ci opporremo con ogni mezzo alle intenzioni dell'azienda, che se attuate avrebbero conseguenze sociali inimmaginabili». Lo dichiara il segretario nazionale della Filca-Cisl, Paolo Acciai, dopo che l'azienda di Santeramo in Colle (Bari), leader nella produzione di salotti, ha annunciato di chiudere gli stabilimenti di Ginosa (Taranto) e Matera.
©RIPRODUZIONE RISERVATA