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Questo articolo è stato pubblicato il 14 luglio 2013 alle ore 18:26.

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A Cortina la "biennale" dei vini italiani in alta quota. Etichette al top

Ieri le degustazioni Ouverture champagne e i vini che (forse) saranno famosi, oggi sono di scena le enoteche con tasting tematici e assaggi gourmet, domani, il clou, con i produttori storici e i loro "gioielli" enologici personalmente offerti dai titolari delle cantine: l'edizione 2013 di VinoVip prende quota, con degustazioni che si svolgono tra i 1.778 del Rifugio Col Drusciè e i 2.475 di Ra Valles.

La biennale del vino italiano, ideata e organizzata dal team di Alessandro Torcoli di Civiltà del bere in partnership con Veronafiere-Vinitaly, terrà banco fino a domani sera. Coinvolti importatori esteri, distributori, sommelier e semplici amanti del vino. Tra i produttori francesi spiccano nomi come Perrier Jouet e Wranken Pommery, tra gli italiani Allegrini, Antinori, Banfi, Chiarlo, Ferrari, Masi, Nonino, Santa Margherita, Zonin. Gli approfondimenti e i talk show si svolgono nello storico albergo Miramonti Majestic, tra tappeti e stucchi e foto in bianco e nero appesi ai muri di illustri ospiti del passato come David Niven, Clark Gable e Brigitte Bardot. Film e stelle d'altri tempi e anche l'albergo, maestoso all'esterno, conserva ancora quell'atmosfera degli anni 60 e 70.

Partenza d'alta quota
L'Ouverture champagne decolla subito con le bollicine profumate del Blanc de blancs di De Saint Gall (chardonnay 100%), due anni sui lieviti, distribuito da Pasqua; si prosegue con la Cuvéé "D" Brut di Champagne Devaux (pinot noir 73%, chardonnay 27%), buono anche come aperitivo (non rimane in bocca), mentre dall'alto delle Tofane Cortina immersa nel sole di luglio ha una vista impagabile, con le montagne maestose che le fanno da corona. Si raggiunge il picco con la Cuvéé Louise Brut grand cru millesimato 2000 di Wranken Pommery (chardonnay 70%, pinot noir 30%): 15 anni sui lieviti, sprigiona buoni odori, fruttato, si sente la crosta del pane. Otto più.
Si rimettono i piedi per terra con il primo Brut Franciacorta Docg della Cantina Biondelli; imprenditore trentenne, ultimo arrivato tra le etichette di Franciacorta. Si ritorna in quota con Perla del Garda: Ettore Riello, imprenditore e presidente di Veronafiere, diventa subito un fan del Lugana Doc 2011 (trebbiano di lugana 100%), che fa parte della scuderia della famiglia Prandini (ex politico Dc degli anni 90) di Lonato del Garda. «Odore fruttato - osserva Riello – nota mielosa: da abbinare a formaggi di fossa».

Questione di marketing
Poi aggiunge: «Questi vini dimostrano che non abbiamo nulla da invidiare ai francesi. Se non il marketing». E il vino all'Expo, una delle migliori strategie di marketing possibili dei prossimi anni? «Sarebbe un'operazione fantastica – aggiunge Riello – Solo che mancano appena 600 giorni ma non hanno ancora posato una pietra. Il padiglione del vino comunque ci sarà: il sottosegretario alle Politiche agricole Martina ha disposto la progettazione a Veronafiere-Vinitaly, un soggetto competente ed equidistante. E noi le prossime settimane firmeremo il protocollo: l'allestimento lo potremmo fare a nostre spese». Riello però rischia di non vedere l'Expo: il suo mandato scadrà nella primavera del 2015, con la presentazione del bilancio 2014. «Chiederò una proroga fino a novembre – annuncia – vorrei almeno poter godere di qualcosa che ho contribuito a costruire».

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