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Questo articolo è stato pubblicato il 17 luglio 2013 alle ore 17:07.

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Flessibilità nelle assunzioni, azzerati gli emendamenti in vista dell'Expo

Azzerati gli emendamenti per aumentare la flessibilità nelle assunzioni con contratti a termine in vista dell'Expo 2015. Niente deroghe anche su lavoro intermittente, somministrazione di lavoro a tempo determinato, lavoro accessorio e telavoro.
Su questi temi la soluzione non verrà trovata nel corso dell'iter di conversione in legge del Dl 76 sull'occupazione giovanile. La partita è stata affidata alle parti sociali, su iniziativa del ministro del Lavoro, Enrico Giovannini, che hanno tempo fino al 15 settembre per raggiungere un'intesa.

Il 23 luglio l'esame in Aula
«Senza un ruolo attivo del Governo – commenta il presidente della Commissione lavoro del Senato Maurizio Sacconi (Pdl) – c'è da attendersi che il decreto sarà solo marginalmente modificato, la maggioranza opererà con reciproci diritti di veto». Un diritto di veto che riguarderà le proposte del Pdl che vanno in direzione di una maggiore flessibilità, ma anche le richieste del Pd che comportino un incremento di spesa o un irrigidimento del mercato del lavoro. In questo scenario è a rischio di tenuta la richiesta avanzata dal Pd di innalzare da 29 a 35 anni l'età per fruire degli incentivi all'occupazione, ovvero della decontribuzione fino ad un massimo di 650 euro mensili. La decisione finale su quali dei circa 400 emendamenti saranno accantonati sarà presa in una riunione della maggioranza, prima bisognerà attendere lo screening da parte della commissione Bilancio. Tra fine settimana e inizio della prossima settimana il testo avrà superato l'esame in commissione e, a partire da martedì 23 luglio, sarà al vaglio dell'Aula di palazzo Madama.

La dote di Aspi sale al 70% per l'impresa che assume
Gli emendamenti destinati a resistere al braccio di ferro interno alla maggioranza sono quelli prestati dai due relatori Maria Grazia Gatti (Pd) e Salvatore Sciascia (Pdl), a partire dalla proposta di innalzamento dall'attuale 50% al 70% della quota di Aspi che va al datore di lavoro che assume un lavoratore benficiario dell'assicurazione sociale per l'impiego. Un altro emendamento dei relatori riguarda una delle condizioni poste all'articolo 1 del Dl 76 per beneficiare della decontribuzione, che nel definire la categoria dei giovani svantaggiati fa riferimento al fatto che «vivano soli con una o più persone a carico». Secondo la Gatti «così come formulata la norma non é chiara dal punto di vista giuridico, dunque verrà soppressa o riscritta». Restano confermate, invece, le altre due condizioni poste dal Dl, ovvero che «siano privi di impiego regolarmente retribuito da almeno sei mesi» e che «siano privi di un diploma di scuola media superiore o professionale». Sempre per beneficiare dell'incentivo, la condizione che «le assunzioni determino un aumento occupazionale netto» si arricchisce di un'aggiunta che fa «salvo che il posto si sia reso vacante per dimissioni volontarie, invalidità, pensionamento per raggiunti limiti d'età, riduzione volontaria dell'orario di lavoro o licenziamento per giusta causa e non in seguito a licenziamenti per riduzioni di personale». Non potrà accedere all'incentivo l'impresa che assume un lavoratore dopo averlo licenziato.

Niente incentivo per chi assume colf e badanti
I contratti di lavoro domestico, come colf e badanti, sono esclusi dall'incentivo. Un emendamento dei relatori ripropone la questione della riduzione al 40% del carico tributario per le imprese delle regioni colpite da calamità naturali (Marche, Umbria, Molise, Puglia e Abruzzo), questione che é all'esame della Commissione europea.

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